The Battle Rages On…

Recensione di Angelo Bandiziol
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Ecco qui solo per voi uno dei migliori album dei Deep Purple del periodo “Fine Ritchie”. Fu il lontano 1993 quando uscì per il 25° Anniversario questo fantastico disco che tutt’ora reputo l’ultimo sprazzo di Hard rock “vecchio stile”. Partendo dalla copertina MOLTO MOLTO azzeccata gia si intuisce il carattere accattivanete del disco. Molte persone non lo menzionano nemmeno quando parlano dei Deep Purple,passando direttamente da Slaves And Masters a Purpendicular e Abandon. Su questo non sono daccordo perchè The Battle Rages On è una produzione con tutti gli attributi(per non di altro.

L’unica cosa che mi dispiace è che ai concerti non si suona nemmeno un accenno di qualche canzone contenuta nell’album(E vabbeh ci penso io con la mia cover band:P).Ma bando alle chiacchiere e cominciamo con un bell’excursus tra le varie “track” del disco.

The Battle Rages On: Il titolo si commenta da solo……In Effetti “La Battaglia Infuria Ancora” e con questa canzone i Deep Purple aprono nel migliore dei modi un disco altrettanto eccitante. Un pezzo veramente “Hard” dall’inizio alla fine, il quale trasmette una carica che sinceramente non rispecchio nei due elaborati successivi a T.B.R.O, se non per qualche pezzo(senza fare nomi). Il riff di chitarra cattura subito l’attenzione perchè tagliente,il sound comunque è molto lontano da Slaves & Masters ma molto incisivo (troppo bello!!!!ora metto il cd). Durante il ritornello si sente qualche passaggio funkeggiante molto apprezzato(Strano Ritchie, a quanto diceva durante l’intervista di Heavy Metal Pioneers, riteneva amorfo tale genere,mah!?…..Insomma, che aspettate, premete UNO!!!!)

Lick It Up: Per questo titolo mi risparmio la traduzione per evitare qualche mal inteso:P Dopo la prima rullata di batteria che fa da introduzione, parte un ritmo lento ma decisamente pesante (mi fa tornare in mente il ritornello tra laser e luci porpora di Perfect Strangers).In questa canzone Ian Gillan si serve molto di doppie voci e cori , forse perchè non ce la fa piu a fare uno dei tuo acuti!?!:)) Ai posteri l’ardua sentenza……..

Anya: Oh questo si che è un bel pezzo!!!!Inizia con bella “menestrellata” di chitarra classica del famoso Man in black:), un accordo in fade in di zio Jon ed eccolo la, il riff principale della canzone!!!Si nota subito come lo strumento protagonista sia la tastiera il che ricorda pezzi come Fireball. Per chi suona la chitarra, scaricatevi le tablature del riff perchè dopo aver ascoltato Anya proverete sicuramente a rifarlo!

Talk About Love: ATTENZIONE non Ain’t Talking ‘bout Love!!!(Quello è Van Halen) Ancora una volta Ian Gillan se la prende con una donna inca**andosi perchè vorrebbe parlare di amore invece si sente dire solo le previsioni del tempo!(bhuauaha). Diciamo che rieccheggia un po’ di Strange kind of woman ma accompagnato da una chitarra ben piu “cattiva”. Vale la pena comunque di ascoltare tale canzone, veramente molto bella.

Time To Kill: Una canzone che mi fa chiudere gli occhi e pensare al passato. Un po’ lontana dal solito stile dei Deep. Anche qui ritornano in scena i cori nei ritornelli e si nota con facilità durante l’andare della canzone la predominanza della chitarra e batteria, accompagnate in sottofondo dal basso e da una tastiera quasi a fare da “tappeto” piu che da protagonista. L’assolo di Blackmore mi piace molto, non ha niente di speciale per essere ricordato(mi rifaccio a smoke on the water o a Child in time) però è apprezzabilissimo forse per la sua brevità. Il ritmo della canzone mi ricorda inaspettatamente i Queen (tranquilli non mi sono fumato niente!). La reputerei una delle canzoni che ascolterei di meno in tutto il cd, però…. tentar non nuoce.

Ramshackle Man: “I’m a ramshackle Man!!!!”……Dopo la precedente traccia che raffredda i bollenti spiriti si passa alla canzone numero 6 azzarderei blueseggiante(che ne dite?) dove riaffiora l’armonica a bocca dalla tasca di Ian Gillan anche se per pochi secondi. In questa bellissima song il nostro cantante oltre ai vari “iuuu….iuuuu” della fine, azzarda un acuto fin troppo poco reale visto che ci sono piu effetti li che in tutto l’album (….vabbeh ho esagerato:P)

A Twist In The Tale: E’ partita la traccia 7…..sembra di stare in una sala giochi!!!Twist in the tale ha un ritmo molto repentino che da la sensazione di giocare ad una simulazione d’automobilismo(E allora?!? a me comunica questo va bene?!). La tastiera predomina con qualche accenno di chitarra tutto affiancato alla voce forse fin troppo effettata di Ian Gillan lontana dal sound tagliente di un tempo.

Nasty Piece Of Work: Siamo arrivati alla terzultima canzone, apparentemente commercialotta ma con uno spirito decisimante Hard Rock. Ascoltandola mi fa ripensare a Stormbringer anche se so che c’è il grande Ian a cantare. La storia si ripete e anche qui niente acuti ma solo coretti a due ..tre…quattro voci (chi piu ne ha piu ne metta..).Sotto un bell?Hammond la chitarra si Ritchie si prende una bella fetta di spazio con assoletti qua e là molto gradevoli.La voce di Gillan mi piace molto anche se modificata parecchio,la batteria mi risulta un po? piu soft degli altri pezzi però mica puo ?menare da tutte le parti o no?!”.

Solitaire: Una bellissima canzone!!!!Non c’è che dire è veramente ben fatta tanto da inserirla tra when a Blind Man Cries e Soldier of Fortune(non azzardo ulteriormente); peccato soltanto che un pezzo del genere non lo suonino mai e pochi magari conoscono anche tra i fun dei deep purple :°°( Una song molto malinconica, ma ci voleva in mezzo a tutta quell?adrenalina.Non voglio dilungarmi oltre…… spazio alle emozioni.

One Man’s Meat: Yeppa!Siamo giunti finalmente all’ultima traccia(ho ancora nelle orecchie Solitarie…Ecco finita:) che reputo una giusta fine d’album.Una chitarra abbastanza “cattiva” e una batteria che scandisce il tempo senza troppi ghirigori tecnici. Finalmente almeno alla fine si puo ascoltare qualche acuto in più(ok…sono fissato !). Il tempo è abbastanza tranquillo ma il sound è tagliente;l?assolo è veramente bello accompagnato da controtempi di batteria.

Morale della favola: Veramente un Ottimo elaborato dei ?Cinque Dell’Ave Maria?. La cosa che mi duole è che Ian Gillan non vuole cantare nessuna di queste canzone durante i suoi concerti(chissà perchè…devo chiederglielo).Un disco che merita di essere comprato e stampato nella memoria poichè ben pochi lo conoscono. Non c’è da stupirsi se molta gente dice : ? Deep Purple? Ah si…..Smoke On The Water?…….Un appello a persone del genere:”compratevi qualche altro disco oltre a Made in Japan e poi ne riparliamo.Per quanto riguarda i fan…..beh spero sia stata utile questa recensione anche se un po? piu lunghetta del solito. Mi

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