Franz di Cioccio sulla PFM supporter dei Deep Purple

La Premiata Forneria Marconi fece da supporto ai Deep Purple nelle prime date italiane in assoluto della band

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Deep Purple e PFM 25 maggio 1971 Roma
Locandina dei concerti di Deep Purple e PFM a Roma, 25 maggio 1971 (foto: pfmpfm.it)

Nella sezione Curiosità del vecchio sito della Premiata Fonderia Marconi, c’è un paragrafo in cui Franz Di Cioccio – batterista della PFM – ricorda di quando la band fece da supporto ai Deep Purple, nei concerti a Roma e a Bologna del 1971. Il testo è stato riadattato e ricontestualizzato.

I gruppi spalla in Italia

In Italia, fare da supporter ai gruppi stranieri era una novità: non c’era alcuna tradizione di questo tipo nel nostro Paese prima che la PFM incominciasse a farlo. Cominciarono con i Procol Harum, poi ci furono gli Yes (nel 1971, al Teatro Lirico di Milano).

Dopo queste prime esperienze da vere e proprie cavie musicali, il ruolo del supporter cominciò a delinearsi con più precisione anche nella colonia italiana. Naturalmente bisognava avere caratteristiche artistiche di provata autenticità, ma soprattutto bisognava distinguersi per faccia tosta. Forse la dote più richiesta era una attitudine gladiatoria, perché sul palco allora non si sapeva mai come poteva andare a finire. Il progressivo entusiasmo del pubblico, che attendeva con ansia la star della serata, poteva anche sfuggire di mano a chi organizzava i concerti.

“E in questi casi al pubblico potevano sfuggire dalle mani lattine e gelati, quando andava bene, altrimenti sanpietrini – grandi protagonisti degli scambi di opinione nei surriscaldati anni ’70” – ha ricordato Franz Di Cioccio.

La PFM e i Deep Purple

Una bella scuola, non c’è che dire. Come avrete capito, erano tempi vitali, ma duri. Chi apriva lo spettacolo poteva ritenersi fortunato se riusciva a non farsi fischiare dal pubblico e a portare a casa sani e salvi gli strumenti. Fu in questo clima decisamente burrascoso che approdarono a una delle svolte cruciali della loro carriera: il concerto con i Deep Purple che si svolse a Bologna nel ’71.

Franz Di Cioccio racconta

C’erano diecimila persone in spasmodica attesa del grande gruppo di hard rock e noi eravamo lì ad aspettare che qualcuno ci presentasse. Ma il promoter della serata, Francesco Sanavio, di fronte a tanta calca, non sapeva che pesci prendere e, preoccupatissimo, ricadeva nella sua parlata originaria.

“Io non esco ad annunciarve, ciò” diceva. “Prima dei Purple!… Con quel nome ridicolo! Cosa digo ciò, ecco la Premiata Forneria Marconi? Prima dei Deep Purple… Me masano, ciò… io non esco. Andate fori così, i’é afari vostri.”

Non ci fu nulla da fare, e così un tecnico di buon cuore si addossò la responsabilità di annunciarci in modo assolutamente casuale, mentre stava provando i livelli dei microfoni. Il nostro nome, ancora sconosciuto e assolutamente assurdo per l’epoca, risuonò come una sfida per il pubblico che si era riunito ad attendere Ian Gillan, Ritchie Blackmore e compagni già dal pomeriggio.

Ma noi, convinti di avere tra le mani una grande occasione – era il primo concerto italiano di un mito consolidato del rock mondiale – sfoderammo tutta la grinta di cui eravamo capaci e salimmo come se niente fosse sul palco.

Eravamo al buio, perché nessuno si era preso la briga di accendere le luci. Ci sbrigammo e in pochi attimi le note di “21th Century Schizoid Man” dei King Crimson esplosero dagli amplificatori avvolgendo la platea in un vortice di suoni che lasciò tutti senza fiato.

Dopo qualche minuto di perplessità tutto filò liscio, tanto che parecchia gente incominciò a chiedersi quale fosse mai quella nuova e sconosciuta band inglese che stava aprendo con tanta maestria la serata.

Queste voci giunsero naturalmente a Sanavio che, finalmente rincuorato, alla fine della nostra performance salì sul palco e sfoderò un tono soddisfatto da guascone. “Questi sono la Premiata Forneria Marconi” disse al microfono “sentirete ancora parlare di loro”.

Fu buon profeta, e quando diventammo famosi non dimenticammo quel memorabile debutto al buio.

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