La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
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La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Vorrei segnalare un interessante documentario incentrato sulla figura dei musicisti legati al circuito dei locali (nazionali) e sulla precarietà di questo lavoro/hobby, con tutti i problemi relativi al caso, che chi è "musicista" conosce bene (cachet, guerre con i gestori, volumi, cover band e musica originale, etc) .
Lo trovate a questo indirizzo: http://vimeo.com/2687833
Il filmato è lunghetto, dura poco più di un'ora. L'ho trovato drammatico e veritiero, sarebbe un buon punto di partenza per una discussione.
Lo trovate a questo indirizzo: http://vimeo.com/2687833
Il filmato è lunghetto, dura poco più di un'ora. L'ho trovato drammatico e veritiero, sarebbe un buon punto di partenza per una discussione.
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
visto, interessante...
Peraltro mi sono ritrovato in quasi tutte le misere esperienze vissute dai musicisti intervistati, fra gestori ignoranti, pubblico menefreghista, organizzazioni precarie, ecc (per fortuna che non è sempre così, ma quasi).
Il problema è che in Italia un musicista non ha nessuna possibilità di vivere con la propria musica: tutti i professionisti che conosco tirano avanti insegnando, suonando cover, collaborando con studi di registrazione, ecc.
Tutte attività che hanno a che fare con la musica, ma che vengono vissute più come mero lavoro che come espressione artistica.
D'altronde in Italia non ci sarà mai nessuna speranza in questo senso, chi vuole suonare esclusivamente ciò che lo appaga lo farà solo e sempre come hobby (almeno per quanto riguarda il rock, per altre cose che incontrano il gusto comune evidentemente possibilità ce ne sono).
Condivisibili anche le considerazioni sulle scuole di musica, che sono più volte a formare lavoratori della musica che musicisti.
Peraltro mi sono ritrovato in quasi tutte le misere esperienze vissute dai musicisti intervistati, fra gestori ignoranti, pubblico menefreghista, organizzazioni precarie, ecc (per fortuna che non è sempre così, ma quasi).
Il problema è che in Italia un musicista non ha nessuna possibilità di vivere con la propria musica: tutti i professionisti che conosco tirano avanti insegnando, suonando cover, collaborando con studi di registrazione, ecc.
Tutte attività che hanno a che fare con la musica, ma che vengono vissute più come mero lavoro che come espressione artistica.
D'altronde in Italia non ci sarà mai nessuna speranza in questo senso, chi vuole suonare esclusivamente ciò che lo appaga lo farà solo e sempre come hobby (almeno per quanto riguarda il rock, per altre cose che incontrano il gusto comune evidentemente possibilità ce ne sono).
Condivisibili anche le considerazioni sulle scuole di musica, che sono più volte a formare lavoratori della musica che musicisti.
- Super trouper
- Messaggi: 1262
- Iscritto il: sabato 26 marzo 2005, 23:24
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Mi trovo d'accordo. Nessun altro commento?
La cosa triste è che, guardando questo filmato, si è portati a pensare che qualunque altro mestiere sia meglio di quello del musicista. Manca proprio la cultura del rispetto di questo lavoro (che poi sia anche una passione, è secondario rispetto al discorso) . Fa riflettere il fatto che il più scarso calciatore di serie A guadagni diverse migliaia di euro al mese per giocare (o, se è davvero tanto scarso, per non giocare) , mentre il più delle volte si è costretti ad elemosinare 50 euro e/o a dover fare la guerra con certi tipi di gestori. Senza contare la fatica per ritagliarsi il proprio spazio, se si è un outsider e non si fa parte delle "caste" (suonano sempre gli stessi) , i soldi spesi in settimane di telefonate per farsi dare una serata in qualche locale "in", salvo poi scoprire che i raccomandati hanno la precedenza, anche se non se li fila nessuno. Oppure, ancora, le serate annullate quattro - cinque ore prima dell'inizio, perché quel giorno qualcuno ha prenotato il locale per una festa di compleanno, il cachet ridotto "perché non hai portato molta gente" (il musicista deve fare - ovviamente gratis - anche il PR) , i contest, dove si suona gratis e i voti sono truccati, quei posti dove ti offrono una miseria e poi ti fanno pagare anche il panino e l'acqua (ovvero la cena) , quelle volte che parcheggi nell'area custodita riservata al locale, ti dicono che puoi lasciare la macchina là, e a fine serata ti ritrovi con 5 euro da pagare... per dire le prime cose che mi vengono in mente.
La cosa triste è che, guardando questo filmato, si è portati a pensare che qualunque altro mestiere sia meglio di quello del musicista. Manca proprio la cultura del rispetto di questo lavoro (che poi sia anche una passione, è secondario rispetto al discorso) . Fa riflettere il fatto che il più scarso calciatore di serie A guadagni diverse migliaia di euro al mese per giocare (o, se è davvero tanto scarso, per non giocare) , mentre il più delle volte si è costretti ad elemosinare 50 euro e/o a dover fare la guerra con certi tipi di gestori. Senza contare la fatica per ritagliarsi il proprio spazio, se si è un outsider e non si fa parte delle "caste" (suonano sempre gli stessi) , i soldi spesi in settimane di telefonate per farsi dare una serata in qualche locale "in", salvo poi scoprire che i raccomandati hanno la precedenza, anche se non se li fila nessuno. Oppure, ancora, le serate annullate quattro - cinque ore prima dell'inizio, perché quel giorno qualcuno ha prenotato il locale per una festa di compleanno, il cachet ridotto "perché non hai portato molta gente" (il musicista deve fare - ovviamente gratis - anche il PR) , i contest, dove si suona gratis e i voti sono truccati, quei posti dove ti offrono una miseria e poi ti fanno pagare anche il panino e l'acqua (ovvero la cena) , quelle volte che parcheggi nell'area custodita riservata al locale, ti dicono che puoi lasciare la macchina là, e a fine serata ti ritrovi con 5 euro da pagare... per dire le prime cose che mi vengono in mente.
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
senz'altro oggi qualunque mestiere é più "facile" di quello del musicista.. oggi devi essere musicista, poi produttore, arrangiatore e anche manager di te stesso, senza contare che la botta finale arriva proprio da internet, dove scaricando la musica le facciamo perdere il vero valore.. quando non c'era di tutto ciò nulla risparmiavi sulla paghetta settimanale per comperarti il disco oppure cd me nel momento steso dell'acquisto avevi un'oggetto tra le mani che aveva un valore.. oggi sembra sia una cosa inutile,un file in più o in meno nel pc.. tanti scaricano musica, poi "non mi piace" e zac elimina file...così facendo tante ore di lavoro che ci sono dietro ad una canzone assumono valore pari a zero..
per la grana di suonare nei locali..sono davvero poche le band che riescono a farsi un seguito proponendo brani originali.. dalle nostre parti i locali dove si può suonare invece di aprire chiudono..
ora non ho tempo, continuo dopo perché ho un bel pò di cose da dire
per la grana di suonare nei locali..sono davvero poche le band che riescono a farsi un seguito proponendo brani originali.. dalle nostre parti i locali dove si può suonare invece di aprire chiudono..
ora non ho tempo, continuo dopo perché ho un bel pò di cose da dire
Lei danza in un cerchio di fuoco... e si sbarazza della sfida con una scrollata...
http://www.myspace.com/menestrello68
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Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Lo guardo appena ho un attimo
Che lo spirito dei DEEP PURPLE sia con voi e con voi rimanga sempre!!
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Che amarezza...
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
ROXI76_99 ha scritto:Che amarezza...
che amarezza? é una jungla con poche regole poco rispettate ...
Lei danza in un cerchio di fuoco... e si sbarazza della sfida con una scrollata...
http://www.myspace.com/menestrello68
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Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Anche io prometto che lo guarderò.
Ad ogni modo confesso che le parole del Menestrello a proposito dello scaricar musica e del valore che questa ne perde, mi hanno fatto riflettere...Anche se, ci sarebbe un discorso piuttosto lungo da fare in proposito.
Ad ogni modo confesso che le parole del Menestrello a proposito dello scaricar musica e del valore che questa ne perde, mi hanno fatto riflettere...Anche se, ci sarebbe un discorso piuttosto lungo da fare in proposito.
"A hidden passion, touching a spark
Flame of revolution...Burning wild in your gypsy heart
Your gypsy heart
Anya - The spirit of freedom "
http://www.myspace.com/sleepin39flamesfanspage
Flame of revolution...Burning wild in your gypsy heart
Your gypsy heart
Anya - The spirit of freedom "
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Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Già per esempio quello che non possiamo comprare tutto.
Che lo spirito dei DEEP PURPLE sia con voi e con voi rimanga sempre!!
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Menestrello Cremisi ha scritto:ROXI76_99 ha scritto:Che amarezza...
che amarezza? é una jungla con poche regole poco rispettate ...
Appunto. A me ha fatto riflettere Casalino...alla fine della fiera (e in un certo modo non è che se la passa malissimo) l'unico modo che ha trovato per suonare e farsi conoscere è stato quello di suonare la chitarra per fare il comico...pensa un pò...
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
quando riesco a trovare un attimo lo guardo, ottima segnalazione
Re: La guerra dei poveri (documentario sui musicisti italiani)
Qualcun altro in questi mesi ha avuto modo di vederlo e vuole aggiungere qualcosa?
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