Deep Purple a Riolo Terme 2001

Recensione di Sconosciuto/a
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Ore 10:10, Dopo una mezzoretta di gruppo spalla (i validissimi Sun Gift) e altrettanto di attesa temendo la pioggia, ecco finalmente i Deep sul palco.

L’inizio è folgorante: Woman From Tokio e Ted The Mechanic ci fanno immediatamente capire che Gillan e soci stasera non hanno per niente volgia di scherzare. L’esecuzione è perfetta, anche se, come in tutta la prima parte del concerto, c’è l’impressione che si voglia fare in fretta: si vocifera di un Gillan non pienamente in forma e ogni tanto lo si vede tossire.

I dubbi svaniscono in pochi momenti: Mary Long, che per la prima volta ascolto live, ha un forte impatto e Lazy è solo un attimo di pausa (e che pausa!) che precede le indiavolate No One Came (che dal vivo è di una potenza infinita) e Fools, devastante ed eseguita magistralmente. Gillan potrà pure stare male, ma, Dio mio, che voce non tira fuori…alla faccia di chi dice che è scoppiato.

E’ ora la volta dei virtuosismi individuali, ed ecco quindi la strumentale Well Dressed Guitar, dove Steve dimostra (ma ce ne era bisogno?) di essere indubbiamente uno dei migliori sulla piazza e Perfect Strangers, che si presta a una lunga introduzione di Don Airey alle tastiere, che passa con disinvoltura da Rapsodia In Blu a Per Elisa.. Con When A Blind Man Cries Steve non fa altro che scaldarsi per il suo Riff Raff, dove mescola sapientemente Hendrix, Beatles, Yes, Led Zeppelin, per poi arrivare all’immortale Smoke On The Water.

Speed King è, come al solito, dal vivo, il contenitore dove i Deep pensano all’improvvisazione: ecco quindi, in successione, i duetti tra Don e Steve, tra Roger e Little Ian, una O Sole Mio cantata in inglese e una jam in the house of blue light. I Deep lasciano il palco per poi rintrarvi dopo pochi minuti per i bis. Black Night, Hush e Highway Star chiudono in bellezza un grande concerto.

E fin qui, la descrizione del concerto… e ora? E ora un breve commento… Non c’è che dire, è stato un grande spettacolo, con una set list molto ancorata al passato (personalmente sento la mancanza di Sometimes I Feel Like Screaming, Cascades e Bloodsucker versione ABandOn) e suonata molto bene…forse il migliore concerto dei Deep a cui abbia assistito.

Devo dire, tuttavia, che qua e là, ho avuto la sensazione di un gruppo forse un poco ingessato e poco spontaneo, ma la spiegazione credo sia da ricercarsi nell’assenza di Jon. Intendiamoci, Don Airey è un grande ed ha suonato da Dio, ma il doversi trovare a suonare con un sostituto di Jon ha impedito ai Deep di improvvisare e cercare strade che solo un lontano compagno di viaggio avrebbe potuto intuire.

Per quanto riguarda le prestazioni individuali, lode a Gillan (che ha cantato alla grande, come ho detto), anche perchè ho l’impressione che abbia fatto metà del concerto completamente fuori di testa (proverbiale il suo amore per l’Italia dovuto in particolare al vino novello)…grande Roger, che ho trovato molto più attivo dei concerti di Milano del 99 e del 2000, impeccabili come sempre Paice e Steve e Don, come ho già detto, ottimo sostituto.

Infine, due parole sul pubblico, quasi 10000 persone che si possono definire solo con le parole dello stesso Gillan: “Superbe”.

LA SCALETTA:

  • Woman From Tokio
  • Ted The Mechanic
  • Mary Long
  • Lazy
  • No One Came
  • Fools
  • Well Dressed Guitar
  • Don Airey Solo / Perfect Strangers
  • When A Blind Man Cries
  • Steve’s Riff Raff
  • Smoke On The Water
  • Speed King

ENCORES

  • Black Night
  • Hush
  • Highway Star

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