Deep Purple a Modena, Pavarotti & Friends 2001

Recensione di Giulio Migotti Deep Purple Made In Italy
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“Eroico Gillan”, è stato il significativo commento di Studio Aperto, il TG di Italia 1 che ha sempre accolto con calorosi servizi la presenza dei Deep Purple in Italia; altrettanto caloroso e significativo l’applauso che ha accompagnato la strofa cantata dal nostro Ian.

Un affettuoso tributo a chi rappresenta una fetta di storia della musica. So bene che molti sognavano le ottave cristalline cui Gillan ci abitutava in passato, ma non è più così!

E in ogni caso non ci trovavamo al Budokan di Tokyo, non sarebbero state le urla di Strange kind of woman a conquistare “per forza” tutti. Eroico perché soltanto lui ha cantato un brano lirico, lui che tenore certamente non lo è, con il coraggio e l’umiltà di duettare insieme al cantante emiliano, sostituendo l’estensione vocale con l’espressione, e ammorbidendo le tonalità Verdiane con la sua dolcissima voce.

Qualcuno non sarà d’accordo su questo giudizio, e sulla promisquità di tale inserimento, ma per la stessa ragione si può dire che neanche la voce troppo ingombrante di un tenero lirico ben si sposa con le strette maglie di una canzone leggera, è solo uno esercizio vocale che si ascolta per quello che è.

Schiere di detrattori ce ne saranno sempre, pronti alla critica facile, quella che vuole sacrificare il mito a tutti i costi, e allora dal ‘74 (dico ’74!!!) c’è sempre qualcuno pronto a scrivere che una vecchia band rock farebbe bene a chiudere i conti col passato e non insistere nelle resurrezioni. I nostri sono risorti dopo quel primo abbandono di Gillan ed hanno continuato a esistere per i successivi 27 anni.

Ma forse si potrebbe fare un ulteriore passo indietro, perché… Smoke on the water dei “commerciali” Deep Purple non venne accolta favorevolmente da buona parte della critica, e ora vaglielo a spiegare a quelli assiepati nel pratone del Pavarotti & Friends: un’apoteosi si è scatenata sulle prime note, su quelle che dall’incendio di Montreaux continuano a far vibrare il mondo musicale, e rendere incandescenti i legni pregiati degli archi, tra le file dell’Orchestra Sinfonica Italiana, scatenata come fossero state le prime battute dell’Ottava di Bruckner, e invece erano loro: i Deep Purple, ospiti d’eccezione di questa manifestazione, fortemente voluti dal padrone di casa a chiudere le due parti dello show… ma anche su questo sono piovute insinuazioni, commenti e le indagini di rito del procuratore di turno.

Non entriamo nel merito. Non sta a noi, che preferiamo ricordare la bella serata, la riflessione cui ci hanno indotto i volti stupiti dei bambini afgani, e la correttezza dei musicisti che si sono alternati sul palconoscenico.

Cosa ne pensi?