Deep Purple a Cosenza 2003

Recensione di Francesco d'Alessandro
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Di certo assistere ad un concerto dei DEEP PURPLE è un emozione indescrivibile. Trovarsi a 3 metri di distanza da una band che ha fatto la storia del Rock è una esperienza unica ed indimenticabile.

Un concentrato turbinio di sensazioni che questa intramontabile band di puro hard rock è in grado ancora di trasmettere durante i suoi show, capaci di riunire fan di tutte le età e tutti i costumi sotto un’unica bandiere, quella del vero e longevo ROCK!

Sono le 21:35, inizia il concerto con un breve intro di batteria ed è subito The Highway Star.

La scaletta del concerto è estrapolata quasi per intero da quella pietra miliare del Rock che è “MADE IN JAPAN”. Space Trucking, Woman From Tokio, Lazy, Speed King, Black Night, Smoke On The Water, ma anche Picture Of Home, Hush, Mary Long, Fireball, songs che hanno mutato i confini della musica. La formazione del 2003 e quella denominata MARK V è vede Ian Gillan vocals & harmonic, Roger Glover Bass Guitar, Ian Paice Drums, Steve Morse Guitars e Don Airey Keyboard, piano & Organ.

L’assenza dei due fondatori Ritche Blackmore e Jon Lord non ha intaccato la potenza e la sperimentazione della band, i due sostituti Steve Morse (ex Kansas) e Don Airey (ex Rainbow, Whitesnake, Black Sabbath, Gary Moore, Jethro Tull, Alaska, Colosseum II ecc.) hanno dimostrato (personalmente non avevo dubbi dato le loro credenziali ed il materiale inciso) di essere musicisti straordinari, in grado di inserirsi a pieno nel suono dei Deep Purple e capaci di creare stepitosi solos da capogiro, oltre a dare nuova linfa vitale alla band. Stupendo il duetto tra i solos di Morse e Airey che non esitano a stringersi le mani complimentandosi per gli assoli (senza interrompere però i solos………grandi).

Bella la trovata di spezzare I’m Alone (pezzo proveniente dai b-side di Fireball che non era mai stata suonata dal vivo prima di questo tour) per introdurre di Pictures of Home, eseguita con potenza ed aggressività.

Nel repertorio della serata è presente anche un brano appartenente alla STEVE MORSE Band, Teach yourself rock history in 6 minutes, una song strumentale in puro Malmsteen Style dove Morse dimostra di cavalcare pienamente due generi, l’hard rock da un lato e l’Heavy Metal dall’altro, comunque…….. due facce della stessa medaglia.

La scaletta continua con Ted the mechanic, estratta dal primo lavoro con Morse “Purpendicular” del 1996, Perfect Strangers, tratto dall’omonimo lavoro del 1984 che segno la prima Reunion dei Deep Purple in formazione Mark II. Psichelidico, intenso e fenomenale il secondo solos di Airey. Si spengono le luci ed il grande tastierista inizia ha suonare jazz, musica classica, accenna La Marcia Turca e la canzone della sigla di Popeye (Braccio di Ferro), poi fa partire le ventole del suo vecchio Hammond e ricomincia il terremoto…….

Suonata anche una song tratta da “Abandon” ed i “vecchi ragazzi porpora” ci regalano una chicca, una inedita song Haunted, bellissima ballad introdotta stile When a Blind Man Cries da Don e Steve che sarà presente sul nuovo album “Bananas”, in uscità il 25 agosto 2003 per la EMI Records, registrato a Los Angeles assieme al produttore Michael Bradford. Ed ora veniamo al secondo pezzo nuovo della serata, I’ve got Your Number, riff potente ed ottima base ritmica. Bello anche solo di Don Airey, con accenni al motivo di Star Wars e alla Donna Immobile.

Stupenda la versione di SMOKE ON THE WATER, iniziata con un tributo a grandi band del Rock. Si parte con il Riff di Back in Black degli AC-DC, collegata a Little Wing di Jimmi Hendrix, Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, la parte solista di Starway To Heaven, per poi iniziare il classico e magico riff di Smoke On The Water, osannato da tutti i presenti. La voce di Gillan e quasi tutta coperta dai cori del pubblico che hanno cantato per intero la canzone (io a pieni polmoni…….).

Unico neo del concerto è la mancata presenza nella scaletta della mitica Child In Time, richiesta più volte da tutto il pubblico ma ignorata dalla band. Una gradita sorpresa è che tutto il pubblico presente conosceva tutte le canzoni della band.

Al sentire il primo riff di ogni canzone il pubblico esplodeva con un boato intonando la melodia delle canzoni. Un emozione grandissima.

Se da un lato vi era l’ottimo aspetto musicale, da l’altro attenzione merita l’atmosfera creata dalla band sul palco e la loro capacità di trasformare l’evento live in una grande festa per i numerosi fan che hanno affollato lo Stadio San Vito di Cosenza, caratteristica che ha reso l’evento indimenticabile. La band ha dimostrato anche questa volta che il tempo è passato solo per le rughe ed i capelli bianchi ma non di certo per la voglia di suonare Rock con grinta e potenza e che il vero problema dei nuovi musicisti è la chiusura mentale, la totale mancanza di inventiva e creatività.

Prima se eri un musicista dovevi far vedere quello che valevi, adesso sono le case discografiche e i grandi network musicali (MTV ecc.ecc.) che decidono cosa suonare. Le nuove leve non si possono paragonare a band come i DEEP PURPLE, LED ZEPPELIN, BLACK SABBATH, URIAH HEEP, MOUNTAIN, CREAM, HENDRIX ecc.ecc., e ci si rende conto, nostro malgrado, che il vero Hard Rock appartiene solo agli anni ’70………….

A mio giudizio uno dei concerti più belli ed intensi della mia vita. Long Life Of Rock’n’Roll!!!!!!!

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