Deep Purple a Conegliano

Recensione di Raffo
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Grande concerto ieri sera a Santa Lucia! Arrivo alle ore 17.30 e mi metto subito in coda all’entrata, alle 19 aprono i cancelli e dopo una corsa verso il palco sono in quarta fila, non ci posso credere!

La security costringe tutti a star seduti sui sassi che proprio comodi non sono… Verso le 8 40 tutti in piedi e sotto il palco e pochi minuti dopo scende la pioggia.

Arrivano i Pretenders sulle 9 e l’unica cosa interessante del loro show è il batterista che di tanto in tanto fa qualche numero ma per il resto si attestano su un livello di mediocrità commerciale (però mi rendo conto che è difficile non sfigurare suonando prima dei Deep).

Qaundo arrivano sul palco i ragzzi porpora attaccano con una incazzatissima HIGHWAY STAR e mentre sono impegnato a sopravvivere alle spinte succede un episodio divertente che mi ha raccontato in seguito Doc Mike: quando Don fa l’assolo è ignorato dalle luci che inquadrano Gillan che non canta e Morse che non suona e così Big Ian, Steve e Roger si avvicinano alla sua postazione per cercare di farlo illuminare ma senza esito e così mandano a quel paese il tecnico delle luci.

Segue una bella MARY LONG e poi il I’M ALONE da Fireball che se non sbaglio non era mai stata eseguita prima dal vivo. Quindi una grandiosa (per fortuna ripescata) PICTURES OF HOME cui segue HAUNTED un nuovo pezzo niente male.

Quindi parte senza intro di tastiera una cattivissima SPEED KING che esalta le prime file del pubblico all’inverosimile e si rischia un pò la vita con una ragazza priva di sensi che viene portata via dalla security; l’esaltazione continua con una meravigliosa LAZY cui segue un altro nuovo brano: I GOT YOUR NUMBER a mio parere abbastanza insipido.

Grande assolo di tastiera che traghetta a PERFECT STRAGERS e poi SMOKE che scatena la gente e infine una meravigliosa SPACE TRUCKIN’ che però lascia un pò l’amaro in bocca perchè viene fatta simile alla versione originale e quindi senza la parte strumentale che caratterizzava le live versions. Poi gli attesissimi e prevedibili bis HUSH e BLACK NIGHT che chiudono il tutto in bellezza.

Tutto perfetto sia dal punto di vista strumentale che canoro solo, unica pecca, Ian urla pianissimo tipo al Pavarotti ma sopperisce a tali carenze con una grinta da 20enne.

Yahoww!