Slaves And Masters

Recensione di Luca di Vincenzo
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Non so perchè, oggi mi è venuta voglia di riascoltare (per l’ennesima volta) Slaves and Masters e, visto che recensisco gli album dei dp, mi sono detto “già che ci sono perchè non recensiere anche questo disco?!” Ebbene, sono anni che ascolto S&M, e tutt’oggi non so se scrivere che è un disco di merda o un disco stupendo! In effetti Slaves &Masters è l’album che di più divide i fans: per alcuni è stupendo, per altri inascoltabile.

Diciamo che io mi colloco in mezzo a queste due categorie, perchè penso che S&M sia un buon album rock ma non all’altezza del nome Deep Purple. Ovviamente nel disco sono presenti una manciata di perle, che non farebbe male riascoltare ogni tanto: penso alla chitarra pungente di Blackmore in “The Cut Runs Deep”, al blues accattivante di “Fire In The Basement” e alla ballad “Love Conquers All”.

Per il resto il disco prosegue tra alti e bassi, avventurandosi tra melodie troppo lente e troppo scontate. Ian Gillan venne cacciato dal gruppo, tra gli altri motivi, anche perchè definiva il nuovo materiale scritto da Blackmore e soci “un mucchio di merda”.

Beh, non c’aveva proprio azzeccato ma ci è andato vicino! Vorrei spendere altre due parole sull’uomo che riusciva a ficcarsi 12 corde di chitarra nell’orifizio anale: Mr. Joe Lynn Turner. Sebbene abbia i suoi anni, il vecchietto sul disco si fa sentire eccome, per non parlare poi dei concerti dal vivo: provate a sentire “Slaves And Masters Tour 1991” edito da S&U Music House forse, e dico forse, non rimpiangerete Ian Gillan.

Per la cronaca, Slaves And Masters, è stato registrato ai Greg Rike Productions di Orlando, Sountec Studios Inc. e PowerStation di New York, fra il gennaio e il giugno 1990. Prodotto da Roger Glover, ingegnere del suono Nick Blagona.

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