Shades Of Deep Purple

Recensione di Carlo Crudele
470

Un disco ottimo, che mischia un po’ di spirito dei 60’s e un po’ di tecnica dei Purple, e che considero un acquisto irrinunciabile.

Il novanta per cento delle persone al nome Deep Purple associa immediatamente Smoke on the Water: rock duro, cattivo, di facile ascolto, ecc. ecc. (segue valanga di luoghi comuni).

Pochi conoscono, però, gli esordi dei DP; Shades of Deep Purple è il loro primo disco e risale al 1968. Registrato in sole 16 ore nell’epoca della Swinging London, questo è un disco che fonde diverse culture musicali: i Cream, i Beatles, la musica classica.

In Shades, che pure contiene solo 8 pezzi, le chicche sono numerose: c’è Hush, tuttora un pezzo mitico, conosciuto anche per la recente cover dei Kula Shaker; c’è una meravigliosa versione di I’m so Glad, preceduta da uno spettacolare preludio di organo hammond, che viaggia a metà strada tra la musica classica e i Cream.

Ancora, Mandrake Root, pezzo che dal vivo diventava lunghissimo e folle, qui ancora in embrione, ma già trascinante e pesante al punto giusto. Infine, le splendide Help! (sì, quella dei Beatles) ed Hey Joe (Hendrix) stravolte rispetto alle originali: la prima lenta, sognante, allucinata; la seconda con un preludio ed un intermezzo spagnoleggiante.

Una nota particolare meritano Jon Lord, all’hammond, che troneggia su tutti spaziando dal rock al pop alla classica, e Ian Paice, batterista, che dà sfoggio di ottima tecnica e potenzialità. Più in ombra nel disco Blackmore, che si rifarà ampiamente in futuro, mentre la voce ed il basso non sono ancora quelli dei Purple “storici”. Qui canta Rod Evans, voce bassa, bella e potente, mentre il basso è suonato (in modo un po’ “essenziale”) da Nick Simper.

In conclusione, un disco ottimo, che mischia un po’ di spirito dei 60’s e un po’ di tecnica dei Purple, e che considero un acquisto irrinunciabile.

Altre recensioni

Recensione di Angelo Bandiziol
Un album sperimentale, non possiamo pretendere molto come prima uscita. Un acquisto sicuro almeno per chi vuole avere dall'inizio la discografia....

Recensione di Carlo Crudele
Un disco ottimo, che mischia un po' di spirito......