Jon Lord – Beyond The Notes

Recensione di Armando Cacciato
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Da pochi mesi è uscito il nuovo album dell’ex organista dei Deep Purple, Jon Lord. Dopo una lunga militanza durata 33 anni, il codino argentato, simbolo vivente dell’hard rock, ha deciso di ritornare alla sua più grande passione, la musica classica. Difatti Beyond The Notes è caratterizzato da 10 composizioni nelle quali la musica classica orchestrale, viene contaminata da alcune sonorità più vicine al rock. Bisogna ricordare che Jon Lord non è nuovo a queste sperimentazioni.

Da segnalare infatti il magistrale lavoro che svolse nella composizione della famosissima suite orchestrale del 1969, dove i suoi Deep Purple sembravano duellare con la London Simphonic Orchestra (Deep Purple with Orchestra). Quest’opera fece da apripista a tante altre sperimentazioni musicali che videro suonare assieme gruppi rock e orchestre sinfoniche (da ricordare ad esempio uno degli ultimi lavori dei Metallica con la San Francisco Simphonic Orchestra).

Ritornando a Beyond The Notes, aggiungerei che il disco si fa apprezzare per la raffinatezza ed eleganza musicale con la quale Lord ci conduce nel suo mondo onirico, brani come Miles Away, o il De Profundis ti toccano direttamente il cuore, attraverso un indovinato connubio tra sonorità classiche e moderne.

Il disco è stato registrato con la collaborazione degli archi del Trondheim Soloist, mentre per le parti vocali hanno partecipato Sam Brown, Frida e Miller Anderson.

Inoltre tre dediche accompagnano altrettante canzoni: I’ll send you a card al pianista Tony Ashton, A smile when I shook his hand al compianto George Harrison e Music for Miriam in onore della madre di Jon. Un album certamente consigliato.

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