Strange Kind of Woman ha scritto:Partecipare alla morte d'un mito (Jobbs), d'un potente (Gheddafi) ed oggi d'un eroe (Simoncelli), è episodio che ridimensiona democraticamente ogni esistenza, a prescindere dalle azioni compiute da ciascuno.
Coloro che ci sembrano più importanti di noi ci ricordano che nessuno è diverso in un universo di caccole cosmiche.
La vita era una tragedia, e noi nella migliore delle ipotesi potevamo trasformarla in una commedia.
Thomas Bernhard
Posto che Steve Jobs per me non e' un mito, ma un imprenditore,
Gheddafi non un "potente", ma un dittatore,
Simoncelli - che riposi in pace - non un eroe, ma un motociclista,
io credo che, se e' vero che la morte sia un democratico "terminatore"
che non guarda un faccia nessuno, la vita viceversa non abbia nulla di democratico.
E per fortuna! Queste tre persone lasciano una ricordo di se'
molto diverso e l'unica cosa che hanno in comune e' l'anno di morte.
Nell'universo di caccole cosmiche, siamo tutti diversi e lo siamo
per tanti motivi, ma principalmente per le scelte che facciamo, la forza e la generosita'
che mettiamo nel nostro agire quotidiano.
Non e' un discorso moralista il mio, che sono una persona che si e' trovata
in alcune circostanze a sentire di essere "dalla parte sbagliata".
Ma e' un discorso anti-nichilista. La morte "democratica" non giustifica
la non-azione, o - se volete dirla con Ligabue-Guccini - il non voler garantire di fare la propria parte. Io la mia parte "ve la voglio garantire" e "voglio aver la forza
di fare la partita giocando fuori casa".
Forse si trattera' di rendere "commedia" quella che e' una tragedia, ok,
tiro i miei dadi e corro i miei rischi, l'importante e' che non sia una farsa.
Scusate l'OT.
Alex