Domande sugli Uriah Heep
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silvano ha scritto:Nota di colore: un grassone della sicurezza cercava di convincere la gente a sedersi con l'argomento schiacciante:"Questo è un evento seduto!"
Ahahahah, un evento seduto! D'altronde, questi sono gli ordini che hanno; il fat in black era disperato, non si capacitava della situazione, aggravatasi poi quando Lawton ha addirittura chiamato una decina di damigelle sul palco, cosa già vista a Trezzo. Al massimo è riuscito a farci spostare di trenta centimetri, mentre uno spettatore delle prime file per un po' ha protestato vivacemente. Ragionamento minimo: è vero, tu hai pagato 40 anche 50 euro per gli Uriah Heep "seduti", ma se gli stessi Uriah Heep chiamano sotto il palco il pubblico perchè si sentono a disagio, tu ti vai a lamentare con i poveracci della security che sono lì per guadagnarsi il pane? Allora, tu non sei uno spettatore da Uriah Heep, la prossima volta stai a casa.
- Seventh heaven
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Re: Domande sugli Uriah Heep
Ciao Giorgio!
come e' stata July Morning?
come e' stata July Morning?
Re: Domande sugli Uriah Heep
silvano ha scritto:Nota di colore: un grassone della sicurezza cercava di convincere la gente a sedersi con l'argomento schiacciante:"Questo è un evento seduto!"
Come diceva Elio: "Guarda, un evento!"
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Re: Domande sugli Uriah Heep
Guten Abend, Giuseppe! Non so cosa pensino gli amici veronesi, per me i picchi sono stati Stealin', anche perchè la adoro, dove Lawton è partito con leggero anticipo sul riff di organo, July Morning, Gipsy, un monumento alla musica rock, Sympapthy, Free me, Wizard e Rain, dove l'ha già scritto Fdr quello che hanno fatto lui con Lanzon. Ma ne lascio indietro qualcuna, tutte.A Light in the Black ha scritto:Ciao Giorgio!
come e' stata July Morning?
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Re: Domande sugli Uriah Heep
gazzettino.it
La morbida ruvidezza Uriah Heep
Giovani e più attempati accorsi al Gran Teatro Geox di Padova: segno di 40 anni di carriera instancabile. Sorpresa: i veterani dell'hard rock fanno virtù del cambio di line up
Rock. Senza tante sovrastrutture, scenografie, video o luci. Quella è roba da pop. Rock che diverte e ti entra dentro e fa saltare tutti sulle sedie, ma proprio tutti: dai ragazzi innamorati della golden age degli anni Settanta, ai settantenni che a quell'amore ci credono ancora. Gli Uriah Heep, domenica 12 maggio al Gran Teatro Geox di Padova, hanno regalato un vero, sacrosanto, e dannatamente divertente spettacolo rock. Dalla loro parte ci sono manciate di capolavori di una storia che va avanti da 43 anni di musica pubblicata (venti album in studio) e perfino qualche luna in più dal vivo. Poi, anche inquadrando il concerto nella sola, vastissima, storia live della band inglese hard rock, la data di Padova del “Wake the sleeper world tour” aveva come presupposto delle interessanti novità.
Della formazione, che gira il mondo immutata dal 1986 (con il solo cambio nel 2007 del batterista: il giovane e granitico Russell Gilbrook al posto del veterano Lee Kerslake), a Padova c'erano ben due sostituzioni, assolutamente momentanee, dovute a problemi di salute del cantante Bernie Shaw (dal 1986 nella band) e del bassista Trevor Bolder (negli Uriah dal 1976). Per sostituire il bassista, Mick Box, leader (fondatore e chitarrista della band) ha chiamato Dave Rimmer, già al lavoro con gli Zodiac Mindwarp, che ha portato a casa la serata con un'ottima precisione e un look total black che faceva molto Atomic Rooster. Alla voce invece si è preferito richiamare, per la gioia di tutti i fan dell'heavy, un volpone del genere come John Lawton che assieme alla band, dalla metà del 1976 fino al 1989, aveva registrato tre album fondamentali per uscire dalla crisi del licenziamento, causa alcol, del fondatore e cantante David Byron. Si parla di dischi come “Firefly” e “Innocent Victim” del 1977 e “Fallen Angel” dell'anno successivo (a cui si aggiunge la pubblicazione nel 1986 del “Live in Europe 1979”). A completare la formazione a cinque, vista sul palco del Gran Teatro Geox, c'era Phil Lanzon, tastiera degli Uriah Heep dal 1986.
La scenografia è semplicissima: un telone alle spalle della band con il logo del gruppo e le due casse della batteria personalizzate con le iniziali a lustrini “U” e “H”. Ma, per fortuna, a rendere entusiasmante il concerto del 12 maggio (cosa poi non così scontata) c'era la musica. La band entra sulla base (unica usata nell'ora e mezza rock) di “Against the Odds” di “Sea of light” del 1995, unico brano post anni Ottanta. John Lawton è penalizzato da un missaggio audio pessimo che viene sistemato in corso d'opera, così già dalla seconda canzone, “The Hanging Tree”, si capisce che il tempo ha preservato intatta la sua voce potente e ricca di sfumature (peccato solo per il look, più da star del country che da “rock legend”). Grazie all'inserimento, momentaneo, di Lawton si possono ascoltare, dopo tanti anni, dei pezzi come “The Hanging Tree” e “Sympathy” da “Firefly”, “Free Me” e (primo bis) “Free 'n' Easy” da “Innocent Victim” e ancora “Falling in Love” e “I'm Alive” da “Fallen Angel”. La prima parte dedicata al periodo Lawton (eccetto il ripescaggio di“Stealin' ”) è godibilissima, grazie anche alla ritmica che toglie la polvere da vecchi brani a suon di tappeti di doppi pedali e riff groovosissimi. “Per me è un concerto speciale, sarà l'ultimo con questi ragazzi – confessa il cantante felice come un bambino – questa canzone è del grande David Byron, a mio giudizio la sua più bella”. E inizia “Rain”, deliziosa ballad solo piano e voce, che serve a posizionare il tritolo per far saltare contro il cielo il fortino Uriah. E ad accendere le polveri ci pensa proprio Mick Box, che prima della mega hit pacifista-fantasy “The Wizard” interviene dicendo “torniamo al 1972 e a qualcosa che ha a che fare con la magia e la saggezza”. Sarà per questo che i lunghi capelli grigi del chitarrista 65enne ricordano quelli di Gandalf il Bianco.
Passa la già citata “Free Me”, scatta qualcosa in Lawton, che si impegna non poco per fare il concerto della vita. “Ragazzi non siamo mica all'opera, vi vedo tutti seduti, dai alzatevi e venite sotto il palco, questo è rock!”, incita il cantante, distribuendo “cinque” a tutti quelli che corrono sotto il palco. Poi nell'euforia collettiva s'accende perfino il fulmine dell'heavy di qualità. “Gypsy” moderna e durissima. “Look at Yourself”, che si chiude con un'elaborata coda strumentale diretta da assolo di Box che dimostra come il fondatore della band sia uno dei grandi chitarristi H&H. Ancora “July Morning” , morbida e ruvida in pieno stile Uriah Heep, che serve al cantante per presentare la band, poi il gran finale è con “Lady in Black” di “Salisbury”, album capolavoro pubblicato nel 1972. Nel primo bis, per la familiare “Free 'n' Easy”, John Lawton vuole sul palco “le ragazze” e una dozzina di scatenatissime rocker si mettono a ballare al fianco dei musicisti. “Security qui è tutto sotto controllo”, scherza il cantante, strizzando l'occhio alla preferita. La storia di un concerto da estasi dionisiaca si chiude con “Easy Livin' ”, manifesto di un'epoca che fu, ma che ancora non solo scalda i cuori, ma è capace di far ribollire il sangue.
Francesco Verni
13 maggio 2013© RIPRODUZIONE RISERVATA
La morbida ruvidezza Uriah Heep
Giovani e più attempati accorsi al Gran Teatro Geox di Padova: segno di 40 anni di carriera instancabile. Sorpresa: i veterani dell'hard rock fanno virtù del cambio di line up
Rock. Senza tante sovrastrutture, scenografie, video o luci. Quella è roba da pop. Rock che diverte e ti entra dentro e fa saltare tutti sulle sedie, ma proprio tutti: dai ragazzi innamorati della golden age degli anni Settanta, ai settantenni che a quell'amore ci credono ancora. Gli Uriah Heep, domenica 12 maggio al Gran Teatro Geox di Padova, hanno regalato un vero, sacrosanto, e dannatamente divertente spettacolo rock. Dalla loro parte ci sono manciate di capolavori di una storia che va avanti da 43 anni di musica pubblicata (venti album in studio) e perfino qualche luna in più dal vivo. Poi, anche inquadrando il concerto nella sola, vastissima, storia live della band inglese hard rock, la data di Padova del “Wake the sleeper world tour” aveva come presupposto delle interessanti novità.
Della formazione, che gira il mondo immutata dal 1986 (con il solo cambio nel 2007 del batterista: il giovane e granitico Russell Gilbrook al posto del veterano Lee Kerslake), a Padova c'erano ben due sostituzioni, assolutamente momentanee, dovute a problemi di salute del cantante Bernie Shaw (dal 1986 nella band) e del bassista Trevor Bolder (negli Uriah dal 1976). Per sostituire il bassista, Mick Box, leader (fondatore e chitarrista della band) ha chiamato Dave Rimmer, già al lavoro con gli Zodiac Mindwarp, che ha portato a casa la serata con un'ottima precisione e un look total black che faceva molto Atomic Rooster. Alla voce invece si è preferito richiamare, per la gioia di tutti i fan dell'heavy, un volpone del genere come John Lawton che assieme alla band, dalla metà del 1976 fino al 1989, aveva registrato tre album fondamentali per uscire dalla crisi del licenziamento, causa alcol, del fondatore e cantante David Byron. Si parla di dischi come “Firefly” e “Innocent Victim” del 1977 e “Fallen Angel” dell'anno successivo (a cui si aggiunge la pubblicazione nel 1986 del “Live in Europe 1979”). A completare la formazione a cinque, vista sul palco del Gran Teatro Geox, c'era Phil Lanzon, tastiera degli Uriah Heep dal 1986.
La scenografia è semplicissima: un telone alle spalle della band con il logo del gruppo e le due casse della batteria personalizzate con le iniziali a lustrini “U” e “H”. Ma, per fortuna, a rendere entusiasmante il concerto del 12 maggio (cosa poi non così scontata) c'era la musica. La band entra sulla base (unica usata nell'ora e mezza rock) di “Against the Odds” di “Sea of light” del 1995, unico brano post anni Ottanta. John Lawton è penalizzato da un missaggio audio pessimo che viene sistemato in corso d'opera, così già dalla seconda canzone, “The Hanging Tree”, si capisce che il tempo ha preservato intatta la sua voce potente e ricca di sfumature (peccato solo per il look, più da star del country che da “rock legend”). Grazie all'inserimento, momentaneo, di Lawton si possono ascoltare, dopo tanti anni, dei pezzi come “The Hanging Tree” e “Sympathy” da “Firefly”, “Free Me” e (primo bis) “Free 'n' Easy” da “Innocent Victim” e ancora “Falling in Love” e “I'm Alive” da “Fallen Angel”. La prima parte dedicata al periodo Lawton (eccetto il ripescaggio di“Stealin' ”) è godibilissima, grazie anche alla ritmica che toglie la polvere da vecchi brani a suon di tappeti di doppi pedali e riff groovosissimi. “Per me è un concerto speciale, sarà l'ultimo con questi ragazzi – confessa il cantante felice come un bambino – questa canzone è del grande David Byron, a mio giudizio la sua più bella”. E inizia “Rain”, deliziosa ballad solo piano e voce, che serve a posizionare il tritolo per far saltare contro il cielo il fortino Uriah. E ad accendere le polveri ci pensa proprio Mick Box, che prima della mega hit pacifista-fantasy “The Wizard” interviene dicendo “torniamo al 1972 e a qualcosa che ha a che fare con la magia e la saggezza”. Sarà per questo che i lunghi capelli grigi del chitarrista 65enne ricordano quelli di Gandalf il Bianco.
Passa la già citata “Free Me”, scatta qualcosa in Lawton, che si impegna non poco per fare il concerto della vita. “Ragazzi non siamo mica all'opera, vi vedo tutti seduti, dai alzatevi e venite sotto il palco, questo è rock!”, incita il cantante, distribuendo “cinque” a tutti quelli che corrono sotto il palco. Poi nell'euforia collettiva s'accende perfino il fulmine dell'heavy di qualità. “Gypsy” moderna e durissima. “Look at Yourself”, che si chiude con un'elaborata coda strumentale diretta da assolo di Box che dimostra come il fondatore della band sia uno dei grandi chitarristi H&H. Ancora “July Morning” , morbida e ruvida in pieno stile Uriah Heep, che serve al cantante per presentare la band, poi il gran finale è con “Lady in Black” di “Salisbury”, album capolavoro pubblicato nel 1972. Nel primo bis, per la familiare “Free 'n' Easy”, John Lawton vuole sul palco “le ragazze” e una dozzina di scatenatissime rocker si mettono a ballare al fianco dei musicisti. “Security qui è tutto sotto controllo”, scherza il cantante, strizzando l'occhio alla preferita. La storia di un concerto da estasi dionisiaca si chiude con “Easy Livin' ”, manifesto di un'epoca che fu, ma che ancora non solo scalda i cuori, ma è capace di far ribollire il sangue.
Francesco Verni
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- Seventh heaven
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Re: Domande sugli Uriah Heep
Sull'affluenza di pubblico ai loro concerti italiani... qualche anno fa, fecero due date, Rimini e a Roncade, facendo meno di 500 spettatori. Non so quanti a Cortemaggiore e Milano, ma solo a Padova stavolta saremo stati qualcosa meno di mille. Un dato piuttosto significativo, mi sembra.
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Re: Domande sugli Uriah Heep
è morto trevor bolder......
"e quindi......abbeveratevi alla disinformazione di cui siete protagonisti....."
IL Cavaliere ( mascarato )
IL Cavaliere ( mascarato )
Re: Domande sugli Uriah Heep
Ho sentito, maledizione. Non è un'esagerazione definirlo uno dei più grandi bassisti della storia del Rock. Purtroppo è una generazione che sta facendo il suo corso naturale, godiamoceli finché possibile.
perepepè
Re: Domande sugli Uriah Heep
Notizia tremenda, come dice Daniele è stato uno dei più grandi in assoluto. Ho avuto l'occasione di scambiare due parole con lui a Venezia nel 2005 ed era anche una persona alla mano. Mi spiace tantissimo.
Thank you Ronnie, thank you so much.
Re: Domande sugli Uriah Heep
Ennesima tremenda notizia, ennesima grande perdita, ennesima vittima di una malattia di merda.
Riposa in pace Trevor, e grazie.
Riposa in pace Trevor, e grazie.
Non si dice "La copertina di In Rock sembra Mount Rushmore"
si dice "Mount Rushmore sembra la copertina di In Rock"
http://www.flickr.com/photos/alepurple
si dice "Mount Rushmore sembra la copertina di In Rock"
http://www.flickr.com/photos/alepurple
Re: Domande sugli Uriah Heep
dipparl ha scritto:Ennesima tremenda notizia, ennesima grande perdita, ennesima vittima di una malattia di merda.
Riposa in pace Trevor, e grazie.
MERDA MERDA ... fottuto Cancro al Pancreas di merda ... MERDA ...
scusate ...
- Highway star
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Re: Domande sugli Uriah Heep
Ciao Trevor, buon viaggio fra le stelle, il suono del tuo basso rimarrà impresso per sempre dentro me
- Never before
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Re: Domande sugli Uriah Heep
Più che una domanda un What If
... e se nel 1973 i Deep Purple, e più in particolare Ritchie Blackmore che si era intrippato con le calde voci à la Paul Rodgers ... e dello stesso PR, di fronte al gran rifiuto, invece di David Coverdale avessero assoldato il sig. John Lawton, cantante degli (allota) Lucifer's Friend?
Voce calda, maschia, post blues ma con una flessibilità molto simile a quella di Ronnie James Dio .....
Chissà come avrebbe potuto essere la storia .....
... e se nel 1973 i Deep Purple, e più in particolare Ritchie Blackmore che si era intrippato con le calde voci à la Paul Rodgers ... e dello stesso PR, di fronte al gran rifiuto, invece di David Coverdale avessero assoldato il sig. John Lawton, cantante degli (allota) Lucifer's Friend?
Voce calda, maschia, post blues ma con una flessibilità molto simile a quella di Ronnie James Dio .....
Chissà come avrebbe potuto essere la storia .....
- Highway star
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Re: Domande sugli Uriah Heep
What if ispirantissimo! Per me, ne avremmo viste delle belle! Fra l'altro, è un what if nemmeno tanto remoto, visto che Lawton fu "scoperto" nei Lucifer's Friend da Glover che voleva assolutamente suonare con lui. La cosa riuscì solo in parte con la sua collaborazione a Butterfly Ball e poco dopo John accettò la domanda degli Heep. Lawton è di certo un cantante che, pur con un'illustre carriera, avrebbe meritato altri riscontri.
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Re: Domande sugli Uriah Heep
fdr ha scritto:What if ispirantissimo! Per me, ne avremmo viste delle belle! Fra l'altro, è un what if nemmeno tanto remoto, visto che Lawton fu "scoperto" nei Lucifer's Friend da Glover che voleva assolutamente suonare con lui. La cosa riuscì solo in parte con la sua collaborazione a Butterfly Ball e poco dopo John accettò la domanda degli Heep. Lawton è di certo un cantante che, pur con un'illustre carriera, avrebbe meritato altri riscontri.
Assolutamente, in un mondo giusto sarebbe famoso quanto i vari Plant, Mercury, Tyler, Ozzy ecc.
Thank you Ronnie, thank you so much.
Re: Domande sugli Uriah Heep
Mi tengo Coverdale tutta la vita.
Re: Domande sugli Uriah Heep
Lawton e' sicuramente un gran cantante ma Coverdale.....voglio dire: la MKIII a suo tempo ha fatto sfracelli!!!!
Mistreaded,Soldier of fortune, you fool no one, Stormbringer, Burn( li ci vedrei bene anche Gillan)...ma stiamo scherzando?!?..
Mistreaded,Soldier of fortune, you fool no one, Stormbringer, Burn( li ci vedrei bene anche Gillan)...ma stiamo scherzando?!?..
Re: Domande sugli Uriah Heep
Non giudichiamo però con il senno di poi: allora Lawton non aveva nulla da invidiare a Cov. pur essendo diversissimo come voce. Burn io la sentirei volentieri cantata da John.
Attualmente, poi non è nemmeno il caso di iniziare paragoni..
Attualmente, poi non è nemmeno il caso di iniziare paragoni..
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- Località: Verona
Re: Domande sugli Uriah Heep
fdr ha scritto:Non giudichiamo però con il senno di poi: allora Lawton non aveva nulla da invidiare a Cov. pur essendo diversissimo come voce. Burn io la sentirei volentieri cantata da John.
Esatto.
La mia è una semplice speculazione nata dal rilievo che in Lawton - che era in attività nell'estate 1973 - ho trovato alcune caratteristiche che i DP, e Blackmore in particolare, cercavano.
Una voce maschia blues o post blues, con stile à la Paul Rodgers o simile o comunque in quella direzione e diversa dalla post-elvisiana ultra potente voce di Ian Gillan.
Mi sono permesso di speculare perchè trovo che già allora Lawton avesse molta più flessibilità e maturità di Coverdale, che aveva dalla sua il fatto di essere giovane e dalla voce potente .... ma per quanto mi riguarda .... quella voce con la patata in bocca non mi ha veramente convinto sino alla fine del 1974 e 1975 e, sempre per me , ha espresso il suo meglio nel periodo 1975-1983.
Infine mi è sembrato di rinvenire nella voce di Lawton una epicità che mi ha ricordato Ronnie James Dio e quel qualcosa che Ritchie ben presto cercò e trovò in lui (RJD).
Fermo restando che Dio era nettamente superiore.
Da qua questa speculazione estiva .... un po' fine a se stessa probabilmente, ma un esercizio per spingere la fantasia e per omaggiare Lawton .....
Attualmente, poi non è nemmeno il caso di iniziare paragoni..
.... nel senso che attualmente Lawton distrugge Coverdale .....
Ultima modifica di The Lawyer il venerdì 21 giugno 2013, 14:39, modificato 1 volta in totale.
- Highway star
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Re: Domande sugli Uriah Heep
Beh se si parla solo di voce in senso stretto ok, lawton ha una bella voce, sarebbe potuta piacere a blackmore e va bene, ma se allarghiamo un attimo il discorso e prendiamo in considerazione quindi anche le doti compositive, cosa che mi sembra più che doverosa, beh allora altro che manco paragonare..Coverdale è di un altro pianeta.
Re: Domande sugli Uriah Heep
Lawton e' un grande e ha fatto anche delle belle cose durante la sua carriera.......
ma non mi toccate la MKIII!!!
ma non mi toccate la MKIII!!!
Re: Domande sugli Uriah Heep
purpleangel ha scritto:Beh se si parla solo di voce in senso stretto ok, lawton ha una bella voce, sarebbe potuta piacere a blackmore e va bene, ma se allarghiamo un attimo il discorso e prendiamo in considerazione quindi anche le doti compositive, cosa che mi sembra più che doverosa, beh allora altro che manco paragonare..Coverdale è di un altro pianeta.
Sotto questa prospettiva ti posso dare ragione, anche se non so quanto compositivamente Coverdale abbia dato veramente (in termini di contributo musicale, melodie, suggerimenti e non solo testi) ai DP fino a metà Stormbringer ...
Penso che le sue capacità compositive escano veramente e con valore solo con Trouble. IMHO as Usual.
Certo che, indubbiamente, sotto il profilo strettamente compositivo (nel senso sopra indicato), di Lawton si sa ben poco.
- Highway star
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