Deep Purple a Roma 2003

Recensione di Luca di Vincenzo
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Sono le 3 di notte e sto scrivendo questa recensione prima che i ricordi svaniscano. A dire la verità sono ancora un po’ emozionato, ma anche un po’ deluso.

Il concerto di ieri sera è stato superlativo, ma non esente da pecche. Prima di tutto la durata: 1:30 scarse di concerto non ripagano assolutamente il prezzo del biglietto.

Poi, di conseguenza, gli assoli intermedi spazzati via dalla logica del “mordi e fuggi”.

Speed King senza solo di batteria (tremendo sentirla così); Pictures of Home senza il secondo lungo assolo di chitarra (per intenderci versione Total Abandon); Lazy introdotta da un solo insipido di Don Airey; Smoke on the Water senza il consueto giochino di riff famosi di Steve Morse che tanto piaceva al pubblico.

Capisco che per Ian Gillan deve essere difficile cantare per 2 ore, ma per allungare un concerto non c’è bisogno di suonare più pezzi, basta introdurre più assoli, come del resto hanno sempre fatto.

Forse le mie critiche sono troppo severe. Forse rispetto a due anni fa, il peso degli anni si fa sentire ancora di + sulle spalle dei DP. Quello che è certo è che i fans si aspettavano di + da questi concerti.

Oky, basta con le critiche e passiamo ad analizzare in detteglio il concerto. Per dirla tutta, sono rimasto un po’ stupito da quella Highway Star piazzata ad inizio concerto, ma devo dire che non l’avevo mai sentita cosi compatta e “pomposa”.

Ottima opener! Mary Long ha fatto cantare tutti, anche se ho notato un Roger Glover un po’ distratto, visto che ha sbagliato a rientrare in una o due occasioni. I’m alone è stato un ripescaggio abbastanza riuscito. Proveniente dai b-side di Fireball non era mai stata suonata dal vivo prima di questo tour, ma il pubblico sembra averla apprezzata.

Ottima è stata anche la trovata di spezzare I’m Alone nel mezzo per introdurre di “potenza” Pictures of Home, eseguita alla perfezione e con grinta da tutto il gruppo. A seguire il nuovo pezzo Haunted, bellissima ballad introdotta stile When a Blind Man Cries da Don e Steve. Da notare che Ian Gillan ha specificato che il nuovo album si chiamerà “Bots on up” (nn so come si scrive ma cmq una cosa del genere) e non “Bananas”. Speed King è stata a dir poco travolgente, peccato per il solo di Ian Paice.

Questo pezzo costituiva un numero eccezionale nei passati tour, perché accadeva di tutto sul palco (mi ricordo un Ian Gillan che cantava O Sole Mio a Riolo Terme). La decisione di tagliarla così è a dir poco discutibile. Don Airey ha introdotto come peggio poteva Lazy, ma si è riscattato bene nell’assolo intermedio.

Ottimo anche Ian Gillan , che ha cacciato qualche bell’urlo. Rispetto a due anni fa l’ho trovato molto più in forma. Ed ora veniamo al secondo pezzo nuovo della serata: I’ve got Your Number, che, con mia grande sorpresa, già conoscevo perché era stata già suonata in Inghilterra il 6 febbraio 2002, con il nome di Up the Wall. Riff pazzesco di Steve Morse ed ottima base ritmica.

Buona anche la voce di Ian. Originale il solo di Don Airey, con accenni al motivo di Star Wars e alla Donna Immobile, anche se a dire la verità il sound di Don non mi è piaciuto molto, perché il suo hammond era troppo sporco. Perfect Strangers ha fatto alzare tutti quanti in piedi per cantare a squarcia gola i versi poetici di questa song.

Ottimo è stato il gioco di luci durante il finale. La band sembrava voler far saltare per aria lo stadio durante le battute iniziali del pezzo. Smoke On The Water è stata introdotta da un’accattivante solo di Steve Morse, stile The Well Dress Guitar… e qui spenderei due parole su Steve. Suona da dio, si agita, si dimena, regala plettri al pubblico, si mette a saltare addirittura in certi momenti; un miglior chitarrista i Deep Purple non lo potevano trovare, e se fosse per Ritchie Blackmore, i nostri eroi sarebbero morti 10 anni fa.

Space Truckin’ eseguita ovviamente senza l’assolo fiume di Made in Japan, ma è stata comunque altrettanto potente ed espressiva. Il finale è stato un po’ rivisto. Hush e Black Night fanno di contorno ad un concerto come al solito esaltante e pregno di emozioni. Ragazzi rock suonato a questi livelli non si sente + oramai da anni!

Anche se il concerto è durato poco, ed alcuni pezzi sono stati “mutilati”, devo dire che i Deep Purple sono unici, o per usare un’espressione molto colorita di Ian Gillan…”fucking great combo”……………The Battle Rages On

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