Deep Purple a Pontoglio (Brescia) 1999

Recensione di Marcello Maltauro
1707

Pontoglio: caldo, tanto caldo. Poi per un mega accanito fan dei Purple come lo sono io, mi figuravo in testa la candela della copertina di Burn.

Il palco bello grande, degno di un gruppo come i Nostri, dietro il mixer la rivendita ufficiale del merchandaise della band, T-shirt (molto costose), l’ultimo CD doppio dello spettacolo di Melbourne (che purtroppo non contiene Space Trucking), il video relativo, un book fotografico, ecc..

Alle 21,45 i nostri sono saliti sul palco senza tante sigle, o sceneggiate. La classe …. fari colorati, un buon impianto e quattro colpi di charleston “thiss, thiss, thiss, thiss” e via!

Il primo pezzo è una canzone dei T. Lizzy, poi subito l’aereo pezzo Pictures of home, poi tratto da Purpendicolar, arriva l’amico Ted e i meccanici. Subito si mette in evidenza S. Morse e il grande Paice pompato alla grande da un Glover micidiale. Gillan parla tanto, ringrazia come sempre (per chi scrive però dovrebbe cambiare ringraziamenti, sono gli stessi che si ascoltano su ogni live ormai “I tank uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu” “Fantastic” …).

Compare anche una Space trucking perfetta, una Woman from Tokio esaltata nella sua bella linea graffiante e melodica. Nello spettacolo di Pontoglio però c’era un’ombra. L’ombra era il vecchio Jon Lord. A parte l’amplificazione della tastiera che si sentiva molto poco, il nostro Lui ha lesinato i solo. Steve invece era presente in tutto, è diventato lui forse il leader del gruppo, credo con il consenso degli altri, Roger era sempre in cerca di lui, si parlavano tra loro. Una cosa che abbiamo notato noialtri vecchi e duri fans, è l’affiatamento che esiste all’interno del gruppo; Jon Lord compreso.

Insomma l’impressione è che si divertono un sacco e suonano veramente alla grande. Non lo dico solo io, per me possono suonare anche un pezzo di Pupo che prenderei e cercherei comunque, ma sono delle macchine perfette nell’esecuzione di qualsiasi brano, veramente Grandi. Simpatico il gioco di Morse con vecchi hit.

Sembrava un fan attaccato al sintonizzatore di una radio (la chitarra stoppata sulle corde basse) alla ricerca della canzone preferita. Trova Starway to heaven degli Zep, esegue l’arpeggio e l’assolo centrale del brano (lasciatemelo dire meglio lui di Page), gli altri del gruppo lo seguono, Morse si ferma quasi subito e con il braccio dice che non va bene, altra sintonizzata e via con Back in Black degli AC/DC, suonano Glover e Paice, ma al giovane non va bene, altra ricerca di frequenza e arriva You realy got me dei Kings , stavolta canta anche Gillan, ma il “fan” non è contento e dopo altro giro di frequenza finalmente trova il suo pezzo: smoke on the water”.

Coro del pubblico e ovazioni continue; sembravano i tempi della Purplemania! Al richiamo di Black Night ritornano fuori e eseguono la stessa Notte Nera e Highway Star. Quando alla fine si accendono le luci del campo, Roger Glover, nostro zio, è ancora sullo stage che saluta e ringrazia, quando va via, ci rendiamo conto che stavolta lo spettacolo è finito per davvero.

Parlando con i conoscenti e gli amici trovati al concerto, siamo stati tutti concordi nell’affermare che sono sempre migliori. Ogni volta che si assiste ad un loro concerto, l’ultimo è sempre più perfetto, potente e sincero. Più invecchiano e più migliorano. Steve Morse probabilmente ha più voglia ed energia degli altri, questo è anche naturale, gli altri forse appagati già da tempo dal successo e dall’amore dei fans lo lasciano sfogare divertendosi. Alla fine mi rendo conto che i Vecchi, i Dinosauri, come vengono bollati, si mangiano a colazione i Metallica, a pranzo gli Oasis, e a cena tutti gli altri.

Nessuno sa raggiungere la potenza di suono e di feeling che solo i Deep Purple sanno dare. Marcello Maltauro

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