Deep Purple a Como, Monsters of Rock 2004

Recensione di Alessio Vergani
564

Finalmente arriva il gran giorno, il Monsters of rock a Como!!! I cancelli vengono aperti, dopo la solita fastidiosa attesa, alle 17.30 e subito un gruppo di circa trecento persone (compreso il sottoscritto!) si fionda alle transenne davanti al palco.

Dopo nemmeno mezz’ora iniziano a suonare i Settevite. Niente di che, le canzoni sanno di già sentito, anche se i ragazzi non suonano male. Dopo mezz’ora hanno finito. Il pubblico cresce costantemente col passare dei minuti. Arrivano i Cheap Trick. Una cosa colpisce subito l’attenzione del pubblico: il chitarrista è matto!!! In senso simpatico, ovvio.

Salta, corre a destra e sinistra, fa occhiolini d’intesa, smorfie, grida, lancia un plettro al secondo e, soprattutto, sfoggia una chitarra diversa ad ogni canzone! Vanno ricordate almeno la prima, doppia, a forma di uomo, e l’ultima, che praticamente sono cinque (!) chitarre in una!!! Le canzoni non sono capolavori d’inventiva, ma i Cheap Trick riescono molto bene a coinvolgere il pubblico, che gradisce molto la loro performance, che dura poco meno di un’ora. Stesso discorso per gli Status Quo, che fanno valere buone doti strumentali.

Un’ora di canzoni a dire il vero molto simili tra loro, ma molto coinvolgenti per il pubblico, che le segue con continui battimani e che, alla fine, richiama il gruppo per il bis. Ma ora è tempo per i Purple…

L’attesa sembra non finire mai. Vanno smontate tutte le attrezzature dei Quo e montate quelle dei Purple. Passa almeno mezz’ora (così c’è tempo per Francesco e co. di appendere lo striscione!), ma poi le luci si spengono e i nostri entrano in scena.

Parte Silver tongue, che intorno a me molti conoscono e cantano. Credo sia una buona opener. Nella parte centrale Gillan sfoggia subito un paio di buoni acuti. Segue subito Woman from Tokyo, che la gente (ormai la platea è piena e le tribune quasi) canta in coro. Bello l’assolo di piano di Don Airey, meglio del solito. Gillan ringrazia ripetutamente e spara un “Thank youuuuu” d’altri tempi…Finalmente arrivano un po’ di banane! I’ve got your number è un gran bel pezzo e il pubblico gradisce.

Molto bella la lunga parte strumentale e la conclusione delicata di Morse. Gillan chiede a uno del pubblico se quella al suo fianco è la sua ragazza (o qualcosa del genere) e poi introduce Strange kind of woman (non è un bell’accostamento… J). Il pezzo è sempre molto coinvolgente e il pubblico canta dall’inizio alla fine. Morse propone un lungo assolo centrale, mentre il finale, accorciato rispetto al solito, vede un breve duello voce-chitarra. Segue l’esplosiva Bananas, col riuscitissimo assolo organo-chitarra. Forse si potrebbe allungare la parte di botta e risposta Morse-Airey, ma anche così è un bel pezzo da eseguire dal vivo.

A colpire è la grande potenza con cui ancora suonano i Purple. E il pubblico li gratifica con lunghi applausi e cori. Segue la “sorpresa”, ovvero Demon’s eye, eseguita senza troppe variazioni rispetto alla versione studio. Il pubblico canta compatto il riff di organo, molto trascinante. Un attimo solo e partono le inconfondibili ed esaltanti note di Knocking at your back door. La gente è esaltata e la canzone viene cantata dalla prima all’ultima parola da tutto il pubblico. Grande Gillan e ottimo il lungo assolo di Morse, molto bello e avvincente, come l’esplosiva conclusione.

Appena finita la canzone, Gillan si fa serio e si inginocchia, introducendo Contact lost, ricordando la dedica agli amici astronauti. Morse suona con gran feeling e appena finiti i due minuti scarsi del pezzo il pubblico risponde con un applauso molto sentito. Morse, però, non ha finito, e propone un lungo assolo improvvisato, in cui, a tratti, fa suonare la sua chitarra come un flauto.

Finita l’improvvisazione pura, parte The well dressed guitar, che molti nella platea (come il sottoscritto…) “dirigono” come conduttori d’orchestra. Non c’è che dire, il pezzo è esaltante e Morse un mostro!!! Applausi scroscianti. Torna sul palco Big Ian che annuncia “In the blue corner…Don Airey”. Parte l’assolo di Don, sempre molto pomposo. Dopo una parte con sonorità da orchestra, Don si cimenta al piano, proponendo nell’ordine un po’ di rock ‘n’ roll, un po’ di Mozart e…”La bella Gigugin”!!!(per chi non lo sapesse, tipica canzoncina lombarda…).

Dalle tastiere parte poi un boato fortissimo e Don si lancia in un’improvvisazione all’organo, che porta a Perfect Strangers. Sempre grande Gillan, il gruppo suona compattissimo. Che dire, è sempre un pezzo bellissimo e molto amato dai fan, che cantano continuamente. Finita Perfect Strangers ecco che…cos’è, sta arrivando un treno? No, è la batteria di Paice che introduce ad Highway Star!

L’intro del pezzo viene notevolmente allungata perchè Morse e Glover si sfidano in un duello di velocità e potenza molto bello e imprevisto! Da notare che il gruppo suona più veloce rispetto alle uscite degli ultimi anni…Sono in forma, i ragazzi!!! Airey ricalca l’assolo di Lord, mentre Morse varia un po’, con un breve botta e risposta chitarra-voce. Gillan sempre forte nei suoi “I love her, I need her…”.

“In the absence of pink, we have some blues for you…” dice Gillan, e parte When a blind man cries. Ora, so che molti detestano la versione con Morse, ma questa volta Steve suona veramente col cuore e si sente. Bellissimo l’assolo, stupendo. Poche “scale”, tantissimo feeling, e la gente non aspetta nemmeno la fine della canzone per applaudire. Ma l’applauso va replicato, perchè c’è un grandissimo Gillan da esaltare dopo la sua sentitissima interpretazione. Tanta voce, tanta musicalità…Grande!!!

Ecco alcune note di organo…E’ Lazy! Don attacca coll’assolo di Lord in Machine Head, ma dopo poche note comincia a improvvisare, e lo fa bene. Dopo la risposta di Morse e un altro assolo di Don, parte Gillan. Unica pecca è che l’armonica si sente poco…Ma si sente molto bene Paice…In breve gli altri strumenti tacciono e parte, attesissimo, l’assolo di Little Ian!!! E che assolo! Avvincente e vario come sempre, non si limita a sfoggiare la sua immensa velocità. Ad un certo punto si appoggia su un gomito per riposare…e parte la rullata con una sola mano. Il pubblico si esalta e inneggia a lungo a Paicey, dopo che il gruppo ha concluso Lazy, con un gran cambio di tempo, tra l’altro.

Non c’è tempo di tirare il fiato, esplode Space truckin’. Eseguita in “versione base”, fa comunque esplodere il pubblico. I vari “Come on” sono dei boati. Senza una minima introduzione parte Smoke. Ovviamente il pubblico canta a squarciagola dall’inizio alla fine. Gillan se ne accorge e fa cantare la gente, mentre il gruppo si ferma, più a lungo del solito. Il gruppo ringrazia a lungo ed esce di scena…per tornare dopo cinque minuti, richiamato a gran voce!!! Parte Hush. I “na nananaa nananaa nananaa” del pubblico sono fortissimi.

Molto belli l’assolo di Airey e i numerosi cambi di tempo di Paice. Per finire, cosa meglio della anthemica Black night?! L’introduzione è affidata a Glover, che esegue un assolo di basso molto bello e potentissimo. Quando attacca col riff di Black night sembra che stia suonando una chitarra, non un basso! Bello, tra l’altro, il botta e risposta tra Morse e noi del pubblico, molto ben riuscito.

Che dire, in conclusione? Solo poche cose, dato che mi sono dilungato già molto. I Deep Purple non sono finiti. Questa sera hanno suonato con una potenza incredibile. Credo sia stata una delle cose che più ha colpito il pubblico. Non solo, ci sono state anche varie improvvisazioni. Certo, non è più il tempo di Space truckin’ da venti minuti, ma questi Deep Purple NON sono una cover band dei “veri” Purple.

Cosa ne pensi?