Ufficiale: Deep Purple nella Rock and Roll Hall of Fame

Sorpresa: incluso Rod Evans ma non Steve Morse. Dentro anche Coverdale e Hughes. Paice: finirà a pugni

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Deep Purple Ultima Cena
Quanti Giuda al tavolo?

È ufficiale: i Deep Purple questa volta sono stati scelti e confermati per l’introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame.

Come anticipato, sarà un bel grattacapo, visto che gli artisti che sono stati scelti ed invitati in rappresentanza del nome Deep Purple sono stati presi da diverse formazioni della band –  principalmente dalle prime tre – e, a prima vista, senza troppo buon senso.

Nello specifico, gli artisti sono: Ian Gillan, Roger Glover e Ian Paice (che sono tutt’ora nei Deep Purple); Ritchie Blackmore; Rod Evans (il primo cantante); Glenn Hughes e David Coverdale; e Jon Lord, che è scomparso nel 2012.

La cerimonia si terrà l’8 aprile 2016 al Barclays Center di Brooklyn, a New York. I biglietti per la serata andranno in vendita a febbraio.

Steve Morse e Don Airey

Il primo dato significativo è che Steve Morse e Don Airey non entreranno nell’albo d’oro dell’istituzione americana, nonostante la loro permanenza nei Deep Purple sia più che significativa: più di vent’anni per Steve Morse e cinque album in studio all’attivo; 13 anni per Don Airey, con tre album in studio all’attivo.

Di questi album, l’ultimo (Now What?!) ha scalato le classifiche di mezza Europa ed è entrato nella classifica americana, cosa che non succedeva ai Deep Purple dal 1993.

La formazione dei Deep Purple attuale è la più stabile e longeva di tutte, ed è anche quella che ha macinato più concerti dal vivo rispetto a tutte le altre.

In particolare, l’assenza di Steve Morse è da considerarsi un vero e proprio insulto alla storia del gruppo, come se dal 1994 ad oggi la band non fosse nemmeno esistita. Poco importa che un album come Purpendicular suoni fresco, attuale, innovativo e molto rock a vent’anni di distanza, e poco importa che da allora i Deep Purple siano entrati in una fase di stabilità e di serenità grazie alla quale sono diventati una macchina estremamente efficiente, professionale e costante di concerti dal vivo, con cicli di tour mondiali ogni 24 mesi. Se oggi i Deep Purple sono quello che sono, è soprattutto grazie a Steve Morse.

L’esclusione di Airey è forse più comprensibile e giustificabile. Ma considerato che il compianto Jon Lord non sarà alla premiazione, e che Airey è l’unico altro tastierista che abbia mai suonato nella band, forse un invito se lo sarebbe guadagnato.

Rod Evans

L’altro elemento curioso e interessante della vicenda è l’inclusione nella Rock and Roll Hall of Fame di Rod Evans, il misterioso cantante della prima formazione dei Deep Purple (1968-1969), sostituito poi da Ian Gillan.

Di Rod Evans si sono perse le tracce dall’inizio degli anni Ottanta. Nessuno sa bene né dove viva, né cosa faccia. Dopo il tentativo finito male di utilizzare il nome Deep Purple per una serie di concerti nel 1980 (la famosa storia dei Bogus Purple), il cantante si ritirò dal music business. Non senza amarezza e scorno: manager e agenti poco seri sparirono dalla circolazione non appena il team di avvocati degli allora sciolti Deep Purple intervenì per fermare i “finti” Deep Purple di Rod Evans, e fu proprio Rod Evans ad assumersi tutte le responsabilità legali dell’avventura finita male. Tant’è che, oltre a denunce, multe e penali, Evans perse anche le royalty sui tre album dei Deep Purple in cui ha cantato. Voci di corridoio dicono che da qualche anno questa clausola sia scaduta, e che Evans abbia finalmente ripreso a ricevere pagamenti annuali sulle vendite e sui diritti di quegli album. Sta di fatto che Evans si ritirò dal mondo della musica, e fece perdere le proprie tracce.

La scelta di inserire Rod Evans nell’albo d’oro potrebbe essere spiegabile per il fatto che Evans è il cantante di Hush, che in America nel 1968 fu una grande hit. Oppure è un modo subdolo utilizzato dalla Rock Hall per farlo uscire allo scoperto e prendersene i meriti.

E Nick Simper?

Rod Evans è stato invitato, ma perché allora Nick Simper no? Il bassista della prima formazione dei Deep Purple ha contribuito alla stesura dei brani e ha avuto lo stesso peso del cantante di quella formazione. Perché allora lui non viene incluso nella Hall of Fame?

Coverdale e Hughes

Altra scelta prevedibile è quella di invitare David Coverdale e Glenn Hughes, i frontman dei Deep Purple nelle formazioni Mark III e Mark IV (1973-1976). È una scelta discutibile ma giustificabile. Sicuramente meno sorprendente dell’invito a Rod Evans, o dell’esclusione di Steve Morse.

Gillan, Glover, Paice, Blackmore e Lord

Su Ian Gillan, Roger Glover, Ian Paice e Ritchie Blackmore c’è poco da dire: sono gli unici Deep Purple in vita della formazione classica, la Mark II, quella di Smoke on the Water, Highway Star, Made in Japan e Perfect Strangers. Nel rappresentare il marchio Deep Purple, questi sono i nomi che hanno più senso, insieme ovviamente a quello di Jon Lord, che non è più in vita. Peccato che le aquile della Rock and Roll Hall of Fame non si siano svegliate qualche anno fa, quando Lord era ancora vivo ed attivo. Ricordiamo che i Deep Purple avrebbero potuto entrare nell’albo d’oro già dal 1993.

Ian Paice: finirà a pugni

Ieri Ian Paice ha rilasciato alcune dichiarazioni tra il divertente e il polemico a Classic Rock: il batterista ha detto che, nell’eventualità dell’inclusione dei Deep Purple nella Rock and Roll Hall of Fame, la serata potrebbe finire in una scazzottata collettiva. Al momento dell’intervista, l’ufficialità non era ancora stata data, ma quasi sicuramente Ian Paice già lo sapeva, perché gli artisti interessati vengono avvisati in anticipo rispetto al comunicato ufficiale.

Ecco i commenti di Paice (in inglese).

Well, who would they induct? There have been so many members of this band, even if they say it will be core members, who would it be?

You also have to bear in mind, that if some people are inducted together, it could end in a punch-up. I don’t need to tell anyone certain key members and former members of this band do not get on. Personally, I think they would be better off inducting us individually. That avoids the problem.

As for playing live, again who would be involved? You’d have the same situation as for an induction. This one won’t play with that one – it could be a mess.

The Hall Of Fame should be embarrassed for not inducting us already. Look at some of the non-entities who’ve got in. I won’t name them, but just have a look at some of those names, and you’ll know who I mean. What have they ever done for rock’n’roll? Nothing. Having these artists in before Deep Purple undermines what it is supposed to represent.

A ragione, Paice ha messo in dubbio il criterio con il quale verrebbero scelti gli artisti in rappresentanza della band. Inoltre, si chiede chi potrebbe suonare dal vivo, e sottolinea come altri artisti introdotti nell’albo d’oro non abbiano nulla a che vedere con il mondo del rock.

Nel nostro articolo sulla nomina dei Deep Purple alla Rock and Roll Hall of Fame avevamo raccolto le varie dichiarazioni degli artisti in merito alla vicenda nel corso degli anni. Ce ne sono delle belle.

Cosa succederà alla cerimonia? Suoneranno tutti insieme?

Non lo sappiamo. Gli scenari sono diversi.

Una prima ipotesi è che tutti gli invitati si presentino alla cerimonia, accettino il riconoscimento, facciano i ringraziamenti di turno, e la cosa finisca lì. Nessuna esibizione dal vivo per evitare casini.

Un’altra possibilità è che qualcuno dia buca. Pensiamo soprattutto a Rod Evans, che per 35 anni non si è fatto trovare e ha mantenuto l’anonimato. O a Ritchie Blackmore, che più volte ha espresso critiche feroci nei confronti dell’istituzione di Cleveland. Così come Ian Gillan, del resto. In questo scenario, i casi sono due: o l’artista non si presenta e viene incluso nell’albo d’oro in modo “passivo”; oppure rifiuta ufficialmente di avere a che fare con la Rock Hall: l’hanno fatto i Sex Pistols nel 2006, e l’ha fatto anche Axl Rose qualche anno fa, auto escludendosi dall’albo d’oro quando i Guns N’ Roses ne entrarono a far parte.

La terza ipotesi è che qualcuno si presenti, e anche che qualcuno suoni dal vivo: a tappare i buchi (alle tastiere, ma anche alla chitarra nel caso Blackmore non ci sia), ci potrebbero essere Airey e Morse – ma non come membri da albo d’oro, solo come supporto sul palco della cerimonia. La band potrebbe suonare Hush, Smoke on the Water, Black Night e Burn, e la cosa potrebbe chiudersi lì.

La quarta ipotesi è la scazzottata tra settantenni di cui parla Ian Paice. Sarebbe divertente ma piuttosto improbabile.

A nostro parere, alla cerimonia non mancheranno David Coverdale e Glenn Hughes. Glover, Paice e Gillan  probabilmente si allineeranno su una stessa posizione, che potrà essere di partecipazione o di rifiuto garbato. Blackmore è Blackmore, e ci si può aspettare di tutto. New York è anche vicino casa, e il suo ritorno al rock nel 2016 potrebbe sia convincerlo a partecipare, sia spingerlo a mandare tutti a quel paese. Per quanto riguarda Rod Evans, potrebbe essere il suo riscatto, dopo quarant’anni di anonimato e mancati ricavi.

Le altre band

Gli altri artisti che entreranno a far parte della Rock and Roll Hall of Fame nel 2016 insieme ai Deep Purple sono i Cheap Trick (che in diverse occasioni, tra cui anche in Italia nel 2004, hanno fatto da supporto agli attuali Deep Purple), i Chicago, Steve Miller e i rapper N.W.A..

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