Total Aabandon – Live in Australia ’99

Recensione di sconosciuto/a

Paragonare questo live a Made in Japan sarebbe troppo, ma considerarlo il migliore della Mark VII è doveroso

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Saranno due anni che ascolto questo live, eppure ancora oggi mi vengono i brividi quando lo sento. Paragonare questo live a Made in Japan sarebbe troppo, ma considerarlo il migliore della Mk 7 è quantomeno doveroso! Registrato al Melbourne Park il 20 aprile 1999, il live propone una manciata di classici mai eseguiti dalla band prima della dipartita di Blackmore, come ad esempio Pictures of Home, Bloodsucker o Fireball.

Il concerto si apre con Ted the mechanic, ormai diventata un cavallo di battaglia del repertorio della Mk 7. Segue poi Strange kind of woman, riproposta in scaletta dopo 10 anni di assenza, con un sound decisamente diverso (Morse suona gli accordi non il riff) e con un duetto inedito chitarra-batteria. Dopo la già citata Bloodsucker, dedicata al “Management”, troviamo una versione strepitosa di Pictures of Home dove Morse, nell’assolo finale, non fa di certo rimpiangere Ritchie Blackmore. Ma il meglio deve ancora arrivare.

Almost Human è aperta da un riff iniziale di Morse molto accattivante. Devo dire però che questa canzone, dal vivo, perde la compattezza e l’aggressività che aveva sul disco. Sometimes I feel like screaming, con le sue atmosfere quasi “romantiche” (sfioro l’eresia?) ci riporta su toni più pacati. Vale comunque la pena spendere due parole su questa song, che dimostra al pieno la nuova vena creativa acquistata dalla band con l’entrata di Steve Morse. Secondo me la migliore canzone scritta dai Deep Purple negli ultimi 10 anni.

A seguire troviamo il super guitar solo di Steve Morse, che dimostra come al solito tutte le sue doti, non solo di tecnica ma anche di espressività musicale e buon gusto. Smoke on the Water è aperta dall’oramai famoso guitar-riffing di Morse, il quale propone riff del passato, come Whole lotta love degli Zeppelin, Fire di Hendrix e di Van Halen.

Il secondo cd si apre all’insegna di Lazy, eseguita finalmente più lentamente dalla band, dagli anni 80 in poi aveva iniziato ad esibirla in una versione ultra accelerata. Veniamo poi ad un altro capitolo eccellente di questo live, cioè Perfect Stranger, proposta anch’essa sotto una nuova veste, più aggressiva e pungente.

La lunga Speed King contiene al suo interno il solo di Glover e la cover di Highschool Hoop, oltre al duetto chitarra-voce tra Morse e Gillan. Peccato che Big Ian non abbia più la voce di un tempo, altrimenti ne avremmo sentite delle belle. Sembra finita, invece la band torna sul palco per il bis, proponendoci due classici stratosferici: Black Night ed Highway Star.

Nota conclusiva della mia recensione: premesso che i Deep Purple di Steve Morse non sono i Deep Purple degli anni 70 (e come potrebbero esserlo?), premesso che Ian Gillan non ha la stessa voce di un tempo, premesso che Ian Paice e Jon Lord sono incredibilmente ingrassati e premesso che Roger Glover mostra segni di calvizie incipienti oramai da diversi anni… dire che i Deep Purple sono morti con la dipartita di Blackmore è qualcosa di blasfemo!

I Deep Purple sono più vivi che mai, e questo live ne è la dimostrazione. Concludo con due parole: DA AVERE!!!

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