Rapture of The Deep

Recensione di Armando Cacciato
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Nuovo album dei nuovi Deep Purple, ed è subito un ruggito. Money Talks sembra uscita fuori da In Rock, molto calda e arrabbiata, mentre il resto dell’album scorre e si lascia ascoltare come tutti gli album pubblicati dai Deep a partire da Perfect Strangers in poi.

L’impressione è infatti che Gillan e soci in questo secondo ventennio abbiamo voluto emulare quello che nell’84 è stato il grande ritorno. Ma, tornando all’album, devo dire che il mio giudizio è più che positivo.

Mi dissocio da coloro i quali hanno espresso pareri negativi e ritengono i Purple ormai alla frutta. Questo gruppo, nonostante i vari cambiamenti di line-up, riesce a mantenere un ritmo produttivo impressionante, tra live e dischi pubblicati.

Hanno calendari di concerti da far paura! E, lasciatemelo dire, Rapture of the Deep, il brano, è semplicemente epico!

Magari nell’album non si viaggia sempre ad alta velocità, ma ogni riff, ogni suono di organo (tra l’altro il nuovo Don Airey aggiunge delle parti di sinth davvero deliziose, vedi BACK TO BACK) ci riporta ad un passato che non necessariamente fa a pugni col presente.

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