Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

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Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da RatBatBlue95 » mercoledì 30 ottobre 2013, 8:36

Proprio ieri sera ho scoperto questo gruppo italiano veramente particolare, la cui eredità musicale è stata oggetto di dibattito addirittura in alcuni forum musicali in lingua inglese!
Gli Jacula sono stati una band "minore" nel vastissimo panorama prog italiano ma hanno alcune componenti musicali originalissime. Nascono a Milano nel 1968 ad opera di Antonio Bartoccetti, bassista-cantante ma soprattutto chitarrista che non esito a definire unico.
Si distinguono subito per la loro musica fortemente innovativa ma considerata dai più come troppo strana e dark, soprattutto se messa a paragone con la maggior parte delle band prog famose all'epoca.
Hanno pubblicato tre album, In Cauda Semper Stat Venenum è del 1969, Tardo Pede In Magiam Versus è del 1972 mentre Pre Viam è del 2011.
Io ho ascoltato (per ora!) solo l'album d'esordio e posso dirvi di essere rimasto impressionato dalla musica contenuta in esso. Se vi ho incuriosito e volete ascoltarlo tutto, potete trovarlo facilmente su YouTube.
Quello che, però, voglio chiedervi è di ascoltare questo grandissimo pezzo e di scrivere ciò che pensate, di getto: http://www.youtube.com/watch?v=m9Ky_Dsc36o (Jacula - Triumphatus Sad)
Considerando l'anno in cui è stato pubblicato, ascoltandolo sono rimasto quasi shockato. Il suono di chitarra è tipicamente doom! Voi cosa dite?
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » mercoledì 30 ottobre 2013, 18:12

Li conosco, gruppo cult per eccellenza (con la prosecuzione dell'esperienza da parte di Bartoccetti a nome Antonius Rex), che a dir la verità non è che mi entusiasmi più di tanto, ma a cui va decisamente riconosciuta l'attitudine pionieristica ed anticipatrice di certe sonorità, decisamente proto Doom. Tutta la loro produzione (Antonius Rex compresi) è stata ristampata dalla Black Widow di Genova.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da RatBatBlue95 » giovedì 31 ottobre 2013, 16:01

DanieleZ ha scritto:Li conosco, gruppo cult per eccellenza (con la prosecuzione dell'esperienza da parte di Bartoccetti a nome Antonius Rex), che a dir la verità non è che mi entusiasmi più di tanto, ma a cui va decisamente riconosciuta l'attitudine pionieristica ed anticipatrice di certe sonorità, decisamente proto Doom. Tutta la loro produzione (Antonius Rex compresi) è stata ristampata dalla Black Widow di Genova.

Ieri ho ascoltato il loro secondo album, Tardo Pece In Magiam Versus, e mi è piaciuto moltissimo, sebbene In Cauda Semper Stat Venenum sia ineguagliabile. Sicuramente è abbastanza differente dal folgorante esordio poiché cambia il cantante, c'è la presenza della batteria e manca totalmente la distorsione chitarristica presente nel primo album. Nonostante ciò, resta uno degli album di Italian prog più oscuri che abbia mai sentito. Ho letto che Bartoccetti disse, a proposito delle differenze notevoli che ci sono tra i due album, che gli Jacula non volevano riciclarsi come faceva la maggior parte della band dell'epoca.
Comunque più li ascolto e più mi rendo conto che questi erano davvero troppo avanti sui tempi, molto più di tanti nomi blasonati. Ancora non riesco a credere come Bartoccetti abbia fatto ad intuire così precocemente ed in maniera perfettamente mirata le caratteristiche del futuro doom metal che spopolerà soprattutto negli anni 80. Il suo suono di chitarra è fuori da ogni logica, soprattutto in Triumphatus Sad (mi fa letteralmente impazzire!) che penso sia una della canzoni più heavy di quegli anni. Sbaglio?
Attendo con interesse altri commenti e giudizi, soprattutto sulla canzone che ho linkato.
P.S.: piccola curiosità. La discografia della band è poco estesa poiché la band era sperimentale, e Bartoccetti addirittura la definì come un "errore di gioventù". Ma magari tutti gli errori di gioventù portassero a certi risultati!
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » venerdì 1 novembre 2013, 20:30

Sono d'accordo, il suono di chitarra è avanti di almeno 15 anni, pazzesco che in Italia all'epoca potesse essere anche solo lontanamente concepito qualcosa di simile.
La questione su quanti e chi avrebbe potuto influenzare in effetti credo sia molto difficile da stabilire. Questo è materiale che è girato pochissimo anche all'epoca, e in un numero credo irrisorio di copie. Che sia finito qualcosa nelle mani giuste (Tony Iommi?) di chi ha saputo far fruttare gli spunti di Bartoccetti? Boh, impossibile capire cosa sia successo realmente, un dato però è indubbio: spessissimo il valore musicale pionieristico di certe cose non ha nulla a che fare col successo commerciale (che, com'è noto dipende da svariati fattori, fra i quali la validità musicale spesso non è neppure il più importante), magari è materiale che, finito nelle mani (o meglio nei padiglioni auricolari) di chi sa ascoltare, può portare a conseguenze inimmaginabili. Sarebbe interessante se ci fosse una documentazione in tal senso, anche se ovviamente è ben difficile che un artista di successo ammetta di aver copiato qualcosa di pressoché sconosciuto...
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da RatBatBlue95 » sabato 2 novembre 2013, 9:33

DanieleZ ha scritto:Sono d'accordo, il suono di chitarra è avanti di almeno 15 anni, pazzesco che in Italia all'epoca potesse essere anche solo lontanamente concepito qualcosa di simile.
La questione su quanti e chi avrebbe potuto influenzare in effetti credo sia molto difficile da stabilire. Questo è materiale che è girato pochissimo anche all'epoca, e in un numero credo irrisorio di copie. Che sia finito qualcosa nelle mani giuste (Tony Iommi?) di chi ha saputo far fruttare gli spunti di Bartoccetti? Boh, impossibile capire cosa sia successo realmente, un dato però è indubbio: spessissimo il valore musicale pionieristico di certe cose non ha nulla a che fare col successo commerciale (che, com'è noto dipende da svariati fattori, fra i quali la validità musicale spesso non è neppure il più importante), magari è materiale che, finito nelle mani (o meglio nei padiglioni auricolari) di chi sa ascoltare, può portare a conseguenze inimmaginabili. Sarebbe interessante se ci fosse una documentazione in tal senso, anche se ovviamente è ben difficile che un artista di successo ammetta di aver copiato qualcosa di pressoché sconosciuto...

Ecco Daniele, hai centrato perfettamente il punto!
Molte volte il successo commerciale è inversamente proporzionale alla qualità e il caso degli Jacula lo dimostra appieno. Per quanto li riguarda, è stato penalizzante in maniera totale il fatto di essere nati in Italia. Se si fossero trovati nel Regno Unito o negli Stati Uniti D'America, probabilmente avrebbero sfondato perché avevano tutte le carte in regola per farlo.
Comunque anch'io come te ho ravvisato somiglianze stilistiche impressionanti tra gli Jacula ed i Black Sabbath, e volevo proprio farlo notare. Tu, da ottimo ed attento ascoltatore quale sei, l'hai intuito facilmente. In Cauda Semper Stat Venenum è del 1969 ma presenta sonorità tremendamente pionieristiche e visionarie, che potremo trovare sia negli album doom degli anni 80 ma anche nell'esordio Sabbathiano che farà la sua comparsa nel 1970. Addirittura Triumphatus Sad ha un riff molto simile a quello di Children of the Grave, è un qualcosa che ha dell'incredibile!
Io so che il primo album degli Jacula fu stampato in sole 300 copie nel 1969 e venne distribuito a sette religiose di non precisata natura. Può darsi, come dici tu, che sia potuto arrivare nelle mani giuste ma è davvero complicato e difficile da stabilire. Ci vorrebbe qualche altro esperto del forum incuriosito dalla discussione, anche perché l'argomento mi sta affascinando particolarmente e credo che possa interessare un po' tutti i forumisti.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » sabato 2 novembre 2013, 11:27

D'accordo su tutto, a parte il fatto che se fossero nati negli USA/GB avrebbero sfondato. Era una proposta troppo estrema, sperimentale e di nicchia anche per allora, e a loro evidentemente non fregava assolutamente nulla di sfondare, bensì di fare una sorta di sperimentazione per "iniziati", prova ne è la quantità di dischi stampati ed il tipo di distribuzione, diciamo, inusuale... Alla fine credo che incarnino molto bene il ruolo delle avanguardie, con proposte innovative e seguite da pochissimi attenti ascoltatori, che riescono a seminare qualcosa per chi li sa ascoltare. Un esempio quasi scontato è il primo dei Velvet Underground, al tempo cagato da pochissimi, ma che ha creato in seguito uno sconquasso nel mondo della musica.
Nel caso degli Jacula come si diceva non ho conoscenza del riscontro underground che poteva aver avuto al tempo, e se abbia effettivamente influenzato qualcuno che in qualche modo ne era venuto a conoscenza, la cosa indubbia è che ha anticipato parecchia roba successiva.

P.S. ricordo che su un numero di Classix! di un po' di tempo fa c'era un'intervista a Bartoccetti, se mi capita fra le mani vediamo se può rispondere a qualche interrogativo.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da Asso_982 » sabato 2 novembre 2013, 11:49

Non li conoscevo (grande pecca!!!!) e grazie a questo post adesso li sto ascoltando.

Sound veramente dark e avveniristico…a tratti sono più cupi dei primi Black Sabbath..e il cantato/recitato in latino ci sta veramente bene!

Se fossero nati in un paese anglosassone probabilmente sarebbero rimasti comunque di nicchia, ma magari sarebbero stati un po' più conosciuti.

E' impressionante quanti musicisti di livello abbiamo in Italia…ed è altrettanto impressionante che non se li caga nessuno!!

Penso proprio che appena ci sarà l'occasione Bartoccetti andrò a vederlo dal vivo!
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » sabato 2 novembre 2013, 11:53

Asso_982 ha scritto:Penso proprio che appena ci sarà l'occasione Bartoccetti andrò a vederlo dal vivo!
Non penso sia molto facile, onestamente non credo che si esibisca live più di tanto (ho grossi dubbi che lo faccia proprio), ma non si sa mai...
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da Asso_982 » sabato 2 novembre 2013, 11:56

DanieleZ ha scritto:
Asso_982 ha scritto:Penso proprio che appena ci sarà l'occasione Bartoccetti andrò a vederlo dal vivo!
Non penso sia molto facile, onestamente non credo che si esibisca live più di tanto (ho grossi dubbi che lo faccia proprio), ma non si sa mai...


Beh se così fosse sarebbe un vero peccato!

Ho trovato questa intervista dove però Bartoccetti parla più che di musica di esoterismo e spiritualità…penso che il nostro Ritchie e Jimmy Page la troverebbero parecchio interessante!

http://visioni-gotiche.blogspot.it/2012 ... cetti.html
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da Asso_982 » sabato 2 novembre 2013, 12:08

Ecco un bell'articolo-intervista di Bartoccetti.

http://www.italianprog.com/it/a_antonius.htm

A quanto pare gli Jacula nella loro carriera hanno fatto un solo concerto davanti a 45 persone.

E Bartoccetti, tra gli altri, cita Iommi e Fripp come chitarristi che gli piacciono (di Iommi dice che gli piace lo stile ma lo considera ripetitivo).
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » sabato 2 novembre 2013, 12:09

Ecco, capito l'elemento? Figurati che una volta, parlando con Steve Silvester (ovviamente si conoscono), mi diceva che per certi aspetti è "pure troppo" anche per lui. E se lo dice lui...
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » sabato 2 novembre 2013, 12:10

Asso_982 ha scritto:A quanto pare gli Jacula nella loro carriera hanno fatto un solo concerto davanti a 45 persone.
E rigorosamente sotto invito, mi risulta...
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da Asso_982 » sabato 2 novembre 2013, 12:17

DanieleZ ha scritto:
Asso_982 ha scritto:A quanto pare gli Jacula nella loro carriera hanno fatto un solo concerto davanti a 45 persone.
E rigorosamente sotto invito, mi risulta...


Nell'intervista dice che i 45 spettatori pagarono 50mila lire il biglietto che all'epoca era una somma notevole.

Inoltre sembra che gli album originali attualmente abbiano anche un certo valore collezionistico.

In effetti quello che emerge dalle interviste è che Bartoccetti stesso vuole che il suo prodotto rimanga di nicchia.

Definisce Londra come città infetta, nel senso che è un luogo dove la musica si inchina alle logiche commerciali.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da RatBatBlue95 » domenica 3 novembre 2013, 14:17

Sicuramente Bartoccetti, oltre ad essere un ottimo chitarrista, è un personaggio fuori dagli schemi. E' proprio per questo che mi è particolarmente simpatico. E poi, il fatto di aver proposto quel tipo di musica (inesistente dappertutto) in Italia lo fa entrare di diritto nella speciale classifica dei miei miti personali!
Comunque Daniele, prima volevo dire che in un paese anglosassone gli Jacula avrebbero sfondato in una dimensione puramente underground, come del resto affermi anche tu. Sono convinto che avrebbero potuto avere una fama pari a quella, ad esempio, dei Black Widow che con il loro album Sacrifice si fecero conoscere abbastanza da pubblico e critica.
Ora sono in fissa con questa canzone qua: http://www.youtube.com/watch?v=Cwu-xHmY_pk (Jacula - Magister Dixit)
P.S.: che copertina dark e gotica che aveva In Cauda Semper Stat Venenum!
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da purpleangel » lunedì 4 novembre 2013, 14:34

Proposta e soprattutto suono molto avanti con i tempi sicuramente ma difficilmente assimilabile, come avete già detto una cosa del genere a livello commerciale è impossibile che funzioni, e toglierei anche a quello underground. Cioè un pezzo come magister dixit alla fine cosa mi rappresenta? uno che parla in latino su un tappeto di organo e un po' di chitarra, si molto evocativo ma alla fine? io voglio sentire una canzone mica devo fare una messa nera che mi ascolto sta roba in sottofondo.
A mio avviso sarebbe stato molto più interessante se avesse composto canzoni "normali" con questo sound, allora si che avrebbe potuto significare qualcosa.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da RatBatBlue95 » lunedì 4 novembre 2013, 16:34

purpleangel ha scritto:Proposta e soprattutto suono molto avanti con i tempi sicuramente ma difficilmente assimilabile, come avete già detto una cosa del genere a livello commerciale è impossibile che funzioni, e toglierei anche a quello underground. Cioè un pezzo come magister dixit alla fine cosa mi rappresenta? uno che parla in latino su un tappeto di organo e un po' di chitarra, si molto evocativo ma alla fine? io voglio sentire una canzone mica devo fare una messa nera che mi ascolto sta roba in sottofondo.
A mio avviso sarebbe stato molto più interessante se avesse composto canzoni "normali" con questo sound, allora si che avrebbe potuto significare qualcosa.

Credo che nella storia del rock ci siano stati album molto più difficilmente assimilabili dell'esordio Jaculano ma non per questo privi di successo o commerciale o di critica, anche a livello underground. Gli esempi sono talmente tanti...
Resto fermamente convinto che essere nati in Italia sia stata la loro condanna. E' pur vero che in quegli anni la scena prog italiana era di livello alto ma la proposta musicale degli Jacula era probabilmente troppo sperimentale per la nostra nazione. Probabilmente in paesi anglosassoni la loro musica sarebbe stata almeno presa in considerazione, poiché la veduta musicale in quei luoghi è sicuramente diversa.
D'altronde gli Jacula erano più avanti di tutti in Italia e non credo che negli altri paesi la situazione sarebbe stata tanto differente (parlo sempre e comunque di sonorità doom).
P.S.: io li ho scoperti vagando su un forum di musica rock in lingua inglese che citava Triumphatus Sad come uno dei pezzi più heavy di quegli anni. A livello underground sono parecchio conosciuti tuttora, anche e soprattutto all'estero.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da purpleangel » lunedì 4 novembre 2013, 16:56

Si ma stringi stringi una proposta del genere è fin troppo particolare. Lascia stare il suono, su quello siamo d'accordo che era veramente avanti per l'epoca, ma è il modo in cui è stato proposto che non attira molto. Italia o Inghilterra che sia la gente vuole comunque ascoltare canzoni, di una cosa del genere alla fine che te ne fai, la puoi mettere su una volta, una sera che sei particolarmente preso dall'atmosfera ma alla fine non è che ti puoi mettere sempre ad ascoltare una roba del genere..o si? :)
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da RatBatBlue95 » lunedì 4 novembre 2013, 17:36

purpleangel ha scritto:Si ma stringi stringi una proposta del genere è fin troppo particolare. Lascia stare il suono, su quello siamo d'accordo che era veramente avanti per l'epoca, ma è il modo in cui è stato proposto che non attira molto. Italia o Inghilterra che sia la gente vuole comunque ascoltare canzoni, di una cosa del genere alla fine che te ne fai, la puoi mettere su una volta, una sera che sei particolarmente preso dall'atmosfera ma alla fine non è che ti puoi mettere sempre ad ascoltare una roba del genere..o si? :)

Io sì! 8)
A parte le battute, quello Jaculano è rock d'avanguardia ed è normale che abbia più consensi nell'underground piuttosto che nel mainstream. Quello che dico io è che in Italia sarebbe stato ancora più difficile avere successo nell'underground (notoriamente nella nostra nazione la gente rifugge le sonorità anticonvenzionali, certe eccezioni confermano solo la regola) rispetto a ciò che sarebbe potuto avvenire in Inghilterra dove la gente è più "aperta" alle novità o forse più abituata, musicalmente parlando.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » lunedì 4 novembre 2013, 19:40

purpleangel ha scritto:Proposta e soprattutto suono molto avanti con i tempi sicuramente ma difficilmente assimilabile, come avete già detto una cosa del genere a livello commerciale è impossibile che funzioni, e toglierei anche a quello underground. Cioè un pezzo come magister dixit alla fine cosa mi rappresenta? uno che parla in latino su un tappeto di organo e un po' di chitarra, si molto evocativo ma alla fine? io voglio sentire una canzone mica devo fare una messa nera che mi ascolto sta roba in sottofondo.
A mio avviso sarebbe stato molto più interessante se avesse composto canzoni "normali" con questo sound, allora si che avrebbe potuto significare qualcosa.
A livello underground ha certamente funzionato, visto che sono considerati un gruppo cult conosciuto, dagli appassionati di queste cose, in tutto il mondo. Che poi, sia ben chiaro, a Bartoccetti & company di fare successo o "canzoni" fruibili, non glie ne potrebbe essere fregato di meno, ciò che contava era il messaggio occulto, spirituale o robe del genere, che voleva essere trasmesso a pochi iniziati. Filosofia che stento a capire essendone totalmente fuori (sono un vecchio razionalista!), ma quello era il senso.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da purpleangel » lunedì 4 novembre 2013, 19:52

Guarda, come si giri si giri a me sembra un gruppo inutile visto che in fin dei conti non ha portato a niente. Il fatto che adesso qualcuno lo riscopri lascia un po' il tempo che trova, dire che ha funzionato mi sembra eccessivo.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » lunedì 4 novembre 2013, 19:58

RatBatBlue95 ha scritto:Credo che nella storia del rock ci siano stati album molto più difficilmente assimilabili dell'esordio Jaculano ma non per questo privi di successo o commerciale o di critica, anche a livello underground. Gli esempi sono talmente tanti...
Resto fermamente convinto che essere nati in Italia sia stata la loro condanna. E' pur vero che in quegli anni la scena prog italiana era di livello alto ma la proposta musicale degli Jacula era probabilmente troppo sperimentale per la nostra nazione. Probabilmente in paesi anglosassoni la loro musica sarebbe stata almeno presa in considerazione, poiché la veduta musicale in quei luoghi è sicuramente diversa.
D'altronde gli Jacula erano più avanti di tutti in Italia e non credo che negli altri paesi la situazione sarebbe stata tanto differente (parlo sempre e comunque di sonorità doom).
P.S.: io li ho scoperti vagando su un forum di musica rock in lingua inglese che citava Triumphatus Sad come uno dei pezzi più heavy di quegli anni. A livello underground sono parecchio conosciuti tuttora, anche e soprattutto all'estero.
Io invece non credo che il fatto di essere italiani fosse stata la loro condanna. Suppongo che con quel prodotto fosse stato raggiunto lo scopo preposto, che era di natura spirituale e non certo di successo commerciale. Detto ciò credo sia difficile stabilire, per queste band di ultraculto, cosa sarebbe successo se fossero state inglesi o cos'altro. Se, pur con una proposta musicale così di nicchia avessero voluto allargare la cerchia dei propri ascoltatori, può anche essere che in Inghilterra avrebbero avuto qualche possibilità in più, ma non certo per maggior o minor conformismo del grande pubblico rispetto all'Italia (dove, non dimentichiamolo, in quel periodo ci sono state, in alcuni casi con successo, delle autentiche eccellenze in ambito Prog), ma probabilmente per lo spirito avventuroso di qualche discografico pazzoide che avrebbe rischiato nel dar loro qualche possibilità. D'altronde anche da noi cose simili hanno avuto qualche riscontro maggiore degli Jacula, mi vengono in mente, ad esempio, i Pholas Dactylus, base Jazz/Prog con al posto dei cantati, tutte parti recitate in modo allucinato, tanto per dire.
Insomma, erano altri tempi, la ricettività del pubblico verso sonorità innovative (anche se magari non così estreme) era senza dubbio maggiore, almeno per quanto riguarda gli ascoltatori "d'avanguardia" (forse ce n'erano di più di adesso, immagino) e in quest'ottica credo che il fatto che al tempo gli Jacula fossero pressoché del tutto sconosciuti, fosse dovuto sostanzialmente al tipo di progetto che aveva in mente il Bartoccetti, che non comprendeva certo il fatto di essere divulgati alle masse, e penso neppure alle avanguardie. In quel discorso insomma,. la musica era solo una parte di un discorso molto più ampio. O forse ad un rito magico, satanico od esoterico si invitano gli amici e i curiosi con birra e panini?
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » lunedì 4 novembre 2013, 20:05

purpleangel ha scritto:Guarda, come si giri si giri a me sembra un gruppo inutile visto che in fin dei conti non ha portato a niente. Il fatto che adesso qualcuno lo riscopri lascia un po' il tempo che trova, dire che ha funzionato mi sembra eccessivo.
Beh, che tu lo trovi inutile è legittimo ed inutile, se mi passi il gioco di parole. Io una roba del genere non riuscirei ad ascoltarla neppure sotto tortura, penso, ma il fatto è che, loro malgrado, sono a tutti gli effetti un gruppo cult ed hanno funzionato in tal senso, al di la di quelle che fossero le loro intenzioni iniziali. Altrimenti nessuno si sarebbe preso la briga di ristamparli dopo tutti questi anni.
Esistono in tutto il mondo gli appassionati di quel tipo di sonorità, per i quali una band del genere è manna dal cielo, e vanno in cerca di roba possibilmente ancora più oscura e di nicchia. Il paradosso è che quando qualche piccola etichetta indipendente ristampa lavori del genere, sono spesso i più venduti del loro catalogo (ovviamente si parla di piccoli numeri, tipo qualche centinaio di copie), perché i "malati" di quelle proposte musicali sono coloro fra i quali più vanno in cerca e vogliono possedere i dischi di quel genere. Non ho idea del perché succeda questo, ma è così, e parlo per precisa cognizione di causa.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da purpleangel » lunedì 4 novembre 2013, 21:21

Si si nessuno lo mette in dubbio ma a me il dubbio, per restare in tema di giochi di parole, che sia una cagata resta.
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da DanieleZ » lunedì 4 novembre 2013, 21:59

Quello fa parte dei gusti, come dicevo io una roba così non riesco ad ascoltarla neppure se perdo una scommessa...
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Re: Gli italiani Jacula, antesignani del doom?

da Asso_982 » lunedì 4 novembre 2013, 22:52

DanieleZ ha scritto:Quello fa parte dei gusti, come dicevo io una roba così non riesco ad ascoltarla neppure se perdo una scommessa...


Io qualcosa sto ascoltando. Secondo me ci sono degli spunti interessanti e alcuni brani mi piacciono. Ovviamente per me è un tipo di musica da ascoltare ogni tanto..giusto per cambiare sonorità..

Da quello che leggo in giro la tastierista/cantante degli Jacula Doris Norton si è poi data alla musica dance/elettronica…sempre prodotta da Bartoccetti.
Invece il figlio di Bartoccetti e della suddetta Doris Norton, Anthony, in arte Rexanthony, ha sostituito la madre alle tastiere nella reunion del 2010. Dimenticavo..Rexanthony fa il dj e sembra sia molto apprezzato in quel di Rimini e dintorni, tanto da aver composto una compilation del noto locale Cocoricò.

Certo che dagli Jacula al Cocoricò…altro che eclettico!!!!
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